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Speranza: “Riduciamo le liste di attesa con un miliardo in più alla sanità”

Il titolare del dicastero della Salute spiega qual è il Piano del governo per rilanciare la sanità pubblica dopo il Covid, utilizzando per li più i fondi del Pnrr.
A cura di Giacomo Andreoli
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Un miliardo di euro in più sulla sanità pubblica e più medici. Il ministro Roberto Speranza spiega così a Repubblica qual è la ricetta del governo Draghi per ridurre i tempi delle liste d'attesa dopo il periodo più buio della pandemia. Il titolare del dicastero della Salute spiega infatti che l'esecutivo ha già indirizzato il miliardo in due tranche alle Regioni per affrontare il problema, aspettandosi di "vedere presto i risultati".

Secondo Speranza "la questione attese è legata al numero di medici più che alle attrezzature. Sul personale abbiamo avviato un'operazione mai vista". Fino ad oggi nel nostro Paese venivano finanziate circa 5 o 6mila borse di specializzazione in medicina l'anno, mentre il ministro ricorda che negli ultimi due anni sono state finanziate rispettivamente 13.400 e poi 17.400 borse di studio. Investendo in questo modo, per il ministro, nei prossimi anni il personale medico formato dovrebbe aumentare notevolmente. "Per l'immediato il miliardo di euro in più servirà a comunque a recuperare con interventi straordinari" aggiunge.

Speranza spiega poi che quando è diventato ministro, nel 2019, il fondo sanitario nazionale era di 114 miliardi di euro, mentre ora è di 124 miliardi, con una crescita che definisce "mai così importante in tempi così brevi". Con il Pnrr, poi, arriveranno in tutto entro il 2026 circa 20 miliardi, ma non solo: ci saranno anche 625 milioni della programmazione europea, riservati alle aree svantaggiate. Andranno per lo più al Sud e potrebbero essere utilizzati per recuperare gli screening oncologici saltati finora.

Un altro problema della sanità pubblica, conferma Speranza, è il Pronto Soccorso, spesso in affanno in tutto il territorio nazionale. Il ministro ricorda che il governo ha stanziato 90 milioni, creando una nuova indennità specifica per chi lavora al pronto soccorso. "Sono prime risorse -dice- cercheremo di trovarne altre, ma si tratta di un segnale: diciamo ai lavoratori che siamo consapevoli delle loro difficoltà. Poi avrà un ruolo fondamentale il Pnrr, con circa 7 miliardi che andranno all'assistenza territoriale, irrobustendo la rete che fa schermo al pronto soccorso, perché prende in carico i pazienti prima che finiscano in ospedale". Il Piano prevede la creazione di 1.350 case di comunità, in cui lavoreranno medici di famiglia, specialisti, infermieri.

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