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Sondaggi politici, FdI si conferma primo partito mentre cala la fiducia in Giorgia Meloni

Il nuovo sondaggio di Termometro Politico registra un calo della fiducia in Giorgia Meloni, mentre Fratelli d’Italia resta stabile e si conferma primo partito; il sondaggio mostra poi una frattura di genere netta sull’emendamento approvato alla Camera che introduce il consenso esplicito: le donne lo sostengono in maggioranza, mentre tra gli uomini prevalgono i contrari.
A cura di Francesca Moriero
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Secondo l'ultimo sondaggio settimanale di Termometro Politico, la fiducia nella premier Giorgia Meloni scende al 39,8%, dopo settimane trascorse ben sopra la soglia del 40%. Si tratta di un segnale importante: nonostante il partito di maggioranza relativa, Fratelli d'Italia, mantenga stabile il consenso al 30,4%, il calo nella fiducia personale della leader indica un paese che, pur riconoscendo la stabilità politica del governo, guarda con prudenza alle sue scelte. Parallelamente, cresce il fronte di chi non ripone fiducia nella premier: sommando chi dichiara di avere "poca" o "nessuna" fiducia si raggiunge il 59,8%.

Dal punto di vista dei partiti, la fotografia della politica italiana resta complessa: Lega e Forza Italia risalgono entrambe all'8,5%, entrando in perfetta parità, mentre le principali forze progressiste, PD (+0,2%) e M5S (+0,3%), guadagnano terreno sottraendo voti ad Alleanza Verdi-Sinistra (-0,3%). Azione, infine, si avvicina alla soglia di sbarramento del 3%, consolidando lentamente la propria presenza.

In questo scenario, quindi, il consenso di partito e la fiducia personale verso la leader si muovono su binari differenti: da un lato, la stabilità elettorale di FdI; dall'altro, una percezione di prudenza e incertezza degli italiani verso la gestione dei temi più sensibili, dalle riforme alla legislazione sociale. È proprio in questo contesto che si inserisce il dibattito sul tema del consenso sessuale e dell'educazione affettiva, questioni che hanno acceso le cronache e che continuano a dividere l'opinione pubblica.

Consenso esplicito, quasi la metà degli uomini dice no all'emendamento

Il nuovo sondaggio fotografa infatti un'Italia profondamente divisa sul tema del consenso sessuale, in un momento in cui il Parlamento si prepara a introdurre l'obbligo di un sì chiaro e inequivocabile. Sul totale del campione emerge una lieve prevalenza di chi guarda con favore all'emendamento, ma è la spaccatura interna che colpisce: le donne lo sostengono in larga maggioranza, gli uomini, invece, no.

Più di sei donne su dieci appoggiano la norma, e solo una minoranza, e cioè una su quattro, esprime perplessità. Tra gli uomini accade invece l'opposto: i contrari superano il 45%, mentre il fronte dei favorevoli si ferma al 38%; ancora più marcato il divario nella percezione dei "rischi": solo il 7% delle donne teme che la legge possa trasformarsi in una condanna preventiva degli uomini, una paura che invece coinvolge il 17% degli intervistati di sesso maschile.

A livello politico, la frattura diventa quasi geometrica: gli elettori della Lega secondo il sondaggio sono i più ostili (sette su dieci sono contrari), mentre PD e Alleanza Verdi-Sinistra toccano percentuali di approvazione superiori al 70%.

Educazione affettiva e sessuale: generazioni e schieramenti si guardano di traverso

Il sondaggio entra poi nel terreno dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, tema che continua a spaccare l'opinione pubblica; la scelta del governo di renderla facoltativa, e solo con il consenso delle famiglie, convince poco più di un quarto degli intervistati. La risposta più frequente, scelta da oltre il 38%, è nettamente contraria: molti ritengono che limitare l'accesso a questi programmi significhi lasciare indietro gli adolescenti che ne avrebbero più bisogno.

Le differenze di opinione si riflettono anche lungo le linee politiche: gli elettori di Fratelli d'Italia e Lega sono quasi totalmente contrari all'idea che la scuola debba assumere un ruolo più attivo, mentre la maggioranza degli elettori di centrosinistra sostiene un approccio universale, accessibile a tutti gli studenti e alle studentesse. Anche l'età influisce sulle opinioni: l'approvazione di questi percorsi supera il 58% tra i giovani, ma cala gradualmente, scendendo sotto il 50% tra gli over 50.

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