“Sì certo come no”, La Russa ironico sulla proposta di utilizzare gli agenti in Albania contro i femminicidi

È forse scappato un commento di troppo al presidente del Senato Ignazio La Russa, che presiedeva la seduta in occasione del premier time di ieri della presidente del Consiglio Meloni a Palazzo Madama.
Ignazio La Russa ha forse dimenticato il ruolo super partes che dovrebbe ricoprire da seconda carica dello Stato, e ha indossato per un attimo i panni più battaglieri dell'uomo di partito. Durante il question time di Meloni si sono avvicendate le interrogazioni a risposta immediata dei partiti e le repliche della premier, che è intervenuta su una serie di temi, dai rapporti con l'amministrazione americana di Trump ai dazi, dalle spese per la difesa al progetto Albania, di cui ha rivendicato i magri risultati.
La senatrice Julia Unterberger, presidente del gruppo per le Autonomie, ha rivolto a Meloni un'interrogazione in cui ha toccato i temi della violenza di genere e femminicidi; al termine del suo intervento ha proposto di impiegare meglio gli agenti che sono stati inviati dal governo per gestire i centri per migranti in Albania, e che ora gestiscono delle strutture vuote, da poco convertite in centri di detenzione amministrativa per i migranti irregolari (Cpr). Unterberger ha però suggerito di riportare questi agenti in Italia per rafforzare il dispiegamento di forze violenza di genere, per far sentire più sicure le donne nelle stazioni o sulle strade. Proprio un recente rapporto Univ-Censis, racconta che il 67,3% delle donne italiane teme di rientrare a casa dopo il tramonto.
"Se nei social gli uomini scrivono ‘Your body, my choise', oppure ‘Il tuo posto di lavoro è nella mia cucina', tutto questo non è punibile. Non si può pensare che questa diffamazione nel mondo virtuale non abbia conseguenze nel mondo reale. Se vogliamo fare di tutto per evitare questi femminicidi dobbiamo introdurre anche un reato specifico che punisca l'incitamento all’odio e alla violenza di genere. E forse sarebbe anche il caso di riportare in Italia polizia e carabinieri che ora sono in Albania, per tutelare le donne sulle strade e nelle stazioni", ha detto la senatrice.
Quando La Russa ha ripreso il microfono – non sappiamo quanto fosse consapevole di essere ascoltato da tutta l'Aula – si è lasciato andare con un commento ironico: "Brava, bene, come no…", ribadendo la posizione del governo.
Eppure La Russa in passato aveva manifestato, almeno formalmente, una certa sensibilità sul tema della violenza di genere, addirittura proponendo una manifestazione con soli uomini contro i femminicidi, rilanciata poi nel novembre 2023, e mai organizzata.
"Il problema prima di tutto riguarda gli uomini. Noi uomini siamo i primi a dover prendere coscienza del dramma dei femminicidi e lavorare in famiglia, nei luoghi di lavoro, nella scuola, nelle istituzioni, per insegnare ai nostri figli, ai ragazzi, ai giovani di genere maschile il rispetto assoluto", ha detto recentemente. "C'è un vecchio detto che si usa sempre meno: una donna non si tocca neanche con un fiore. Ecco, basterebbe veramente far capire questo sin da bambini agli uomini", ha detto lo scorso 4 aprile. Evidentemente pur di difendere un progetto fallimentare come quello delle strutture albanesi per migranti il presidente del Senato di Fdi è disposto a mettere da parte momentaneamente i suoi buoni propositi, liquidando in modo sprezzante una proposta di buon senso come quella della senatrice Unterberger.
In passato ricordiamo inoltre che La Russa aveva fatto uno scivolone, dichiarando che le famiglie dovrebbero dare uno schiaffone al figlio che non porta rispetto a una donna: "Se un genitore vede il figlio che manca di rispetto a una ragazza, penso che debba tiragli un ceffone, forte. Se lo ricorderà". Un linguaggio violento che di certo non aiuta la causa.