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Sgarbi dice che chiedere le sue dimissioni da sottosegretario è un atto fascista

Il sottosegretario alla Cultura è convinto che chi chiede le sue dimissioni dall’incarico di governo dopo le frasi pronunciate al Maxxi di Roma sia “fascista” e voglia censurarlo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Questa è censura fascista. Risponde così, Vittorio Sgarbi, a chi ne chiede le dimissioni dopo lo spettacolo del Maxxi e la durissima polemica sul turpiloquio sessista andato in scena al fianco di Morgan e del presidente del museo Alessandro Giuli. Il sottosegretario, dopo aver incassato la condanna del ministro Sangiuliano, messa nero su bianco in una lettera diretta a Giuli, si difende in un colloquio con il Corriere della Sera: "Se mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere, il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre – dice Sgarbi – Sarebbe censura, vero fascismo".

"Le osservazioni di Sangiuliano sono condivisibili in tutto e per tutto, ma se riferite al comportamento in società o in sedi istituzionali – continua il sottosegretario alla Cultura – ad esempio, è chiaro che al Quirinale io non mi metto a dire parolacce. Ma il mio era uno spettacolo, era provocazione. C’è stato un profondo equivoco". Equivoco o meno, Sgarbi resta un rappresentante delle istituzioni, soprattutto in pubblico. Almeno secondo il ministro che guida il dicastero in cui lo stesso Sgarbi è sottosegretario. Sangiuliano "mi ha scritto un messaggio chiedendomi come sto", continua il sottosegretario. "Gli ho detto che sono indignato con i Calenda, con i soloni del Pd. E soprattutto con i grillini, che militano in un partito il cui figlio del fondatore Beppe è a processo per violenza sessuale".

"Quando capita un incidente di qualsiasi tipo, te ne accorgi – continua ancora Sgarbi – Qui non se ne è accorto nessuno. Tutti hanno applaudito e il video era tutto online da tempo". Infine si arriva alle accuse: "Poi succede che un gruppo di ‘signore' dipendenti del Maxxi spedisce questa lettera di protesta a Giuli, ben 10 giorni dopo, e solo in quel momento scoppia il putiferio". E si conclude con il complotto: "Mi risulta che la ‘signora' animatrice di questa lettera sia una fiera oppositrice di questo governo: la lettera è solo un modo per colpire Giuli, perché è semplicemente reo di essere di destra".

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