Sergio Mattarella non è un eversore ma un fedele servitore dello Stato

È diventato il mantra: "Hanno impedito di fare il governo dei cittadini". I Cinque Stelle lo ripetono a pie’ sospinto. Come se fosse vero. Ci credono davvero, fanno finta di crederci. Mai come in questo caso, ma il “popolo” tifoso ha avviato un processo collettivo di rimozione, Lega e Cinque Stelle hanno chiesto agli elettori di votarli per battere gli avversari, i leghisti per i grillini, i grillini per gli elettori di Salvini. Fa impressione questo clima che molti di noi, nel secolo scorso, non avrebbero avuto difficoltà a interpretare come uno strisciante golpe incruento. I leader democratici di quella stagione antica avrebbero sottoscritto un messaggio di allarme che si sarebbe concluso con un invito “alla vigilanza democratica”. Oggi si fa macello della Costituzione e del suo supremo custode, il Capo dello Stato. Mai un Presidente della Repubblica è stato strattonato così, dato in pasto alle belve di una opinione pubblica “populista” e senza freni. Neppure ai tempi di Segni, Leone, Cossiga, il Quirinale ha subito scosse così violente. L’ignoranza è l’alibi per portare attacchi forsennati a Sergio Mattarella. È uscito fuori dal seminato? I vecchi quirinalisti ricordano il precedente del Presidente Scalfaro che, nel 1994, al presidente incaricato Silvio Berlusconi non solo impose che certi ministri cambiassero di poltrona ma dettò anche i principi ispiratori del programma di governo: "Coloro ai quali ella riterrà di affidare responsabilità attinenti alla politica estera dovranno assicurare piena fedeltà alle alleanze, alla politica di unità europea, alla politica di pace". Insomma, non siamo una repubblica presidenziale ma parlamentare. E la nostra Costituzione, che la maggioranza degli italiani non ha voluto cambiare, impone che il Capo dello Stato sia il garante del rispetto della Carta dei Costituenti.
Piaccia o non piaccia Sergio Mattarella non è un eversore ma un fedele servitore dello Stato.