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Guerra in Ucraina

Senato approva risoluzione di maggioranza sull’Ucraina, con 219 voti a favore

Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del Consiglio Europeo. I sì sono stati 219, 20 i no, 22 gli astenuti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, che parteciperà il 23 e 24 giugno al Consiglio europeo per discutere del conflitto in Ucraina. L'Aula di Palazzo Madama ha detto sì alla risoluzione con 219 voti favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti. In precedenza l’assemblea aveva bocciato le altre quattro proposte di risoluzione, tra cui quella di Fratelli d'Italia, che avevano tutte avuto parere contrario del governo.

Nel voto sulla risoluzione ad astenersi sono stati i senatori di Fratelli d'Italia, insieme a – come emerge dai tabulati – Carlo Doria (Lega) e Giulia Lupo (M5s). Quindi un parlamentare della Lega e un Cinque Stelle si sono astenuti insieme a 20 senatori di FdI (sono 21 i senatori di Giorgia Meloni). Tra i 20 contrari invece 13 di Cal e 7 del gruppo Misto.

L'accordo raggiunto tra i partiti che sostengono il governo Draghi non è stato frutto di un percorso semplice. Il punto di caduta tra le forze di maggioranza, che ha convinto il M5s e Leu a votare a favore, è il seguente: "Continuare a garantire secondo quanto previsto dal decreto legge 14/2022 il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere, con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari". Ma il voto e la discussione anche all'interno dei partiti non sono stati indolore, e hanno funzionato da acceleratore per la scissione del M5s, con il ministro Luigi Di Maio fuori dal partito in polemica con il leader pentastellato Giuseppe Conte, insieme a un folto gruppo di fedelissimi.

I parlamentari vicini al titolare della Farnesina hanno dato vita a nuovi gruppi alla Camera e al Senato, in vista della formalizzazione di un nuovo soggetto politico, che si chiamerà ‘Insieme per il futuro'.

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