161 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sea Watch, 482 migranti in salvo. La denuncia: “Ritardi, a bordo persone al freddo, anche neonati”

La denuncia di Sea Watch a Fanpage.it: “Troppi ritardi nello sbarco, a bordo ci sono ancora quasi 300 persone. Abbiamo anche nuclei familiari con bambini di pochi mesi e persone vulnerabili”. Poi lo sbarco in serata.
A cura di Annalisa Cangemi
161 CONDIVISIONI
Immagine

AGGIORNAMENTO: "Le 482 persone sono finalmente sbarcate. Un’odissea infinita che si è protratta anche in porto per oltre 48 ore, sotto la pioggia. Ora sono in salvo, al sicuro. Sono immagini, queste, che ci restituiscono il senso dei nostri sforzi. Benvenuti in Europa": è il messaggio affidato a Twitter dalla Sea Watch nella serata di domenica, dopo i ritardi denunciati anche a Fanpage.it.

Lungaggini immotivate, informazioni poco chiare da parte delle autorità, disorganizzazione. È in questo quadro che sta avvenendo lo sbarco dei naufraghi della Sea Watch 4, che dopo più di 10 giorni in mare si trovano ancora al porto di Augusta. Le operazioni di sbarco, sono iniziate ieri e stanno andando avanti con estrema lentezza, mentre i migranti sono costretti a sopportare il freddo e il maltempo, a causa di banali disservizi.

È stata Sea Watch a denunciare i fatti sul suo profilo Twitter: "Le autorità hanno interrotto lo sbarco delle persone da SeaWatch 4 e per centinaia continua l'attesa a bordo. Tra loro casi medici, famiglie, donne, uomini e bambini che hanno passato più di una settimana in mare. Al freddo e sotto la pioggia. È una vergogna". La prefettura e il Viminale, contattati dalla ong, continuano a non fornire una valida spiegazione del ritardo.

La nave con 460 persone è arrivata al porto della città in provincia di Siracusa venerdì, dopo la notizia dell'autorizzazione allo sbarco pervenuta con l'assegnazione del Pos. Ma dopo giorni trascorsi in attesa che si sbloccasse lo stallo e che i governi contattati – Malta e Italia – dessero una risposta, i migranti sono ancora a bordo della nave umanitaria della ong tedesca. E alcuni di loro rischiano di andare in ipotermia.

La nave era entrata al porto di Augusta intorno alle 15:30 di venerdì, ma in quella giornata per ragioni sanitarie le autorità hanno fatto i test Covid, e nessuno è sceso a terra. Le operazioni di sbarco sono invece iniziate 24 ore dopo, alle ore 16:00 di ieri, inizialmente per via di un traghetto di linea presente in banchina, che non permetteva l'ingresso di una delle navi quarantena. In tutto, dal pomeriggio di ieri, hanno lasciato la Sea Watch 161 persone, tra cui 149 minori di 18 anni, e 11 casi vulnerabili. "A bordo rimangono adesso quasi 300 persone. Ci sono nuclei familiari anche con bambini di pochi mesi e persone vulnerabili – ha raccontato a Fanpage.it Alberto Mallardo, advocacy officer di Sea Watch, che si trova al porto di Augusta – "Adesso ha ricominciato a piovere, ci aspettiamo per l'ora di pranzo una perturbazione abbastanza significativa, che potrebbe fermare nuovamente lo sbarco".

Le attività per lo sbarco ieri si sono interrotte alle 21:30, senza una ragione precisa, e sono riprese solo questa mattina intorno alle 10:30. I volontari ora temono che le procedure possano dilatarsi ulteriormente, e che le persone siano costrette ad attendere il loro turno per scendere per tutta la giornata di oggi, viste le condizioni meteo in peggioramento. 

Negli ultimi mesi situazioni analoghe sono già avvenute, perché la pandemia ha reso più complicata la gestione degli arrivi, e quindi alcuni sbarchi sono stati completati nel giro di tre o anche quattro giorni. Ma non è chiaro perché ieri sera le autorità abbiano interrotto le operazioni così presto, e contemporaneamente abbiano protratto le procedure di identificazione per i minori che dovevano essere trasferiti fino alle 2 di notte. "Al momento non sono in grado di determinare che tempi avremo. Tutto questo lede i diritti di queste persone e mette ulteriormente a rischio la loro salute psicofisica, già provata dal viaggio che hanno fatto passando per la Libia e poi per mare", ci ha detto ancora Alberto Mallardo. Per questi minori le autorità avevano predisposto un pasto caldo, che però è stato distribuito al team di Sea Watch, senza considerare che questi migranti erano già sbarcati, e che quindi non avrebbero potuto ricevere la loro razione di cibo. Il tutto naturalmente aggravato dalle condizioni meteorologiche non semplici.

Secondo Sea Watch uno dei problemi è il personale che è stato impiegato per portare a termine le attività di sbarco, del tutto insufficiente nel numero. "Ci sono solo due postazioni allestite per la pre-identificazione. Le persone una volta sbarcate vengono poi portate nel punto in cui verrà fatta l'identificazione dalla polizia, che si trova a una distanza di un chilometro, a bordo di due soli pulmini, che possono trasportare al massimo 10 persone. Le autorità non ci danno una giustificazione valida. E intanto noi facciamo fatica a gestire i naufraghi a bordo", ci ha detto ancora Mallardo.

Secondo la prassi per poter scendere dall'imbarcazione i migranti devono completare i controlli Covid, per poi trascorrere un periodo di isolamento a bordo delle navi quarantena. Tutti migranti sono fino ad ora risultati negativi al Covid-19. In questo caso a disposizione ci sono tre navi, che sono ormeggiante al porto e che sarebbero già in grado di accogliere i naufraghi.

161 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views