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“Se avessi un figlio gay lo brucerei”, consigliere leghista indagato per frasi omofobe

Il consigliere regionale della Liguria Giovanni De Paoli indagato a Genova per diffamazioni dopo la frase denunciata dalle associazioni lgbt che però lui ha sempre sementito di aver riferito.
A cura di Antonio Palma
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"Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno", è la frase attribuita al consigliere regionale della Liguria Giovanni De Paoli che per questo dopo essere finto al centro di una bufera politica ora è finito anche nel registro degli indagati della Procura genovese. A riferire la frase, che sarebbe stata pronunciata a margine di una commissione consiliare, furono alcun testimoni, membri dell'associazione Agedo (genitori e amici di persone Lgbt). De Paoli dal suo canto aveva sempre negato di averla riferita ma dopo l'esposto presentato dal Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione, il sostituto procuratore Patrizia Petruziello ha deciso di agire aprendo un fascicolo. Giovanni De Paoli quindi risulta indagato con l'ipotesi di diffamazione aggravata.

"La Procura ha ritenuto estendibile a questo caso la cosiddetta legge Mancino che punisce solo l’odio razziale e di cui da dieci ani si chiede l’estensione anche ai reati spinti da odio omofobo" ha spiegato l’avvocato di Cathy La Torre che ha presentato l’esposto. "Con questa decisione si crea un precedente aprendo la strada al altri esposti nei confronti di politici per affermazioni omofobe", ha spiegato ancora La Torre, aggiungendo: "Già da domani presenteremo un esposto contro Mario Adinolfi. Politici e rappresentanti delle istituzioni credono che offendere e istigare all’odio contro gay, lesbiche e trans, in assenza di una legge, sia tutto sommato permesso. Ancora una volta la magistratura ha dimostrato di essere più avanti della politica".

"Non sono tranquillo, sono tranquillissimo" ha commentato invece Giovanni De Paoli che ha già incassato il sostegno del governatore ligure Giovanni Toti. "Indagato non vuol dire certo colpevole. Restiamo comunque perplessi per gli strascichi di una vicenda che speravamo fosse chiusa" ha spiegato il Presidente della Regione Liguria, concludendo: "Se la magistratura scoprirà qualcosa su De Paoli, sono pronto a prenderne atto ma siccome vige ancora in questo Paese la presunzione d'innocenza, continuo a rimanere sulle mie posizioni che ho già illustrato in aula"

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