Scuola, educazione sessuale e affettiva vietata fino alle medie: cosa dice l’emendamento della Lega

In commissione Cultura alla Camera va avanti il ddl Valditara sul consenso informato obbligatorio. Si tratta di un disegno di legge di iniziativa governativa, recante disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico, che in sostanza prevede l'obbligo di chiedere il consenso ai genitori, prima di proporre attività in classe che riguardano i temi della sessualità.
La Lega ha fatto passare ieri un'ulteriore limitazione. Proprio mentre un altro femminicidio, quello di Pamela Genini, si aggiungeva alla drammatica conta di quest'anno, in commissione Cultura a Montecitorio è stato approvato un emendamento al testo di legge Valditara che vieta le attività didattiche sui temi della sessualità e dell'educazione affettiva per gli studenti delle scuole medie: solo alle superiori, e previo consenso dei genitori, che dovranno conoscere temi e materiale didattico, sarà consentito proporre questi insegnamenti ai ragazzi.
L'emendamento in questione è a firma della leghista Giorgia Latini. "Estendiamo il divieto ad attivisti ideologizzati ed esperti esterni di poter parlare di tematiche sessuali, oltre che ai bambini della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, anche a quelli della scuola secondaria di primo grado", ha spiegato il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura e relatore del ddl Valditara.
"Per i ragazzi più grandi delle scuole secondarie di secondo grado, prevediamo invece il consenso informato delle famiglie, in modo che queste possano conoscere i temi, il materiale didattico e le competenze di chi poi andrà in classe a parlare di argomenti sensibili", ha aggiunto. Per il deputato leghista, "troppe volte abbiamo assistito a episodi di tentativi di indottrinamento da parte di attivisti di estrema sinistra Lgbt, e anche oggi i colleghi dei partiti di sinistra hanno dimostrato tutta la loro avversione ideologica alle famiglie".
Cosa dice l'emendamento della Lega che vieta l'educazione sessuale alle medie
L'emendamento presentato dalla deputata della Lega Giorgia Latini al ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico vieta "le attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all'ambito della sessualità" alla scuola secondaria di primo grado oltre che alla primaria.
Sasso dice che l'emendamento in questione "non vieta affatto l'Educazione alla sessualità né impedisce l'accesso a informazioni corrette: si limita a escludere dalle scuole primarie e secondarie di primo grado attività didattiche che esorbitino da quanto previsto dalle indicazioni nazionali, che già includono, e anzi potenzieranno, contenuti su relazioni, empatia e rispetto".
Ma nelle Indicazioni nazionali per i programmi scolastici, che dovrebbero entrare in vigore dal prossimo anno scolastico, ma che sono attualmente ferme perché il Consiglio di Stato ha sospeso il parere, evidenziando gravi carenze, ci sono diversi aspetti problematici.
Ecco cosa c'è nel testo delle Indicazioni, a proposito dell'educazione alle relazioni, al rispetto e all'empatia:
Rispetto è, oggi, l’obiettivo di un’educazione finalizzata al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze di ciascuno, secondo quanto suggerito dalle vigenti Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che insistono in particolare sul rispetto verso la donna e la costruzione di relazioni corrette. Questo tipo di educazione è qualcosa di più dell’alfabetizzazione emozionale: allena bambine e bambini a ‘capirsi’ nella complementarità delle rispettive differenze. In tale direzione è necessario avviare a scuola un profondo lavoro educativo e preventivo: un’educazione del cuore che crei occasioni didattiche di esperienza di sentimenti basilari come la fiducia, l’empatia, la tenerezza, l’incanto, la gentilezza.
La sindacalista Bruna Sferra (Cobas Scuola), intervistata da Fanpage.it, ha detto che al posto dell'educazione sessuo-affettiva nelle scuole, il ministero ha risposto con "‘l'educazione del cuore', tutta orientata verso la ‘fiducia, l’empatia, la tenerezza, l’incanto, la gentilezza'. Una didattica insomma che guarda alla pedagogia romantica dell'Ottocento", che guarda insomma al passato.
Anche per questo sabato 18 ottobre sono previsti presìdi in una quarantina di città italiane, per protestare contro le nuove Indicazioni nazionali del primo e secondo ciclo: l'appuntamento a Roma è alle ore 10 in viale Trastevere, per partecipare alla mobilitazione contro il ministero dell'Istruzione, organizzata dal Tavolo nazionale per la scuola democratica.
L'educazione sessuale e affettiva in classe per contrastare escalation femminicidi
L'onorevole Sasso poi, in un'intervista a Fanpage.it, aveva negato l'esistenza di un nesso tra la mancanza di educazione sessuale obbligatoria a scuola e i femminicidi. Secondo Sasso "è una bestialità" collegare i due fenomeni, perché "nei Paesi del Nord Europa si fa educazione sessuale da trent'anni, e il numero dei femminicidi aumenta. Non si può legare questo al fatto che a scuola non si parli" in classe "nel modo in cui vorrebbero gli estremisti di sinistra della comunità LGBT".
Ma come abbiamo avuto già modo di sottolineare, l'UNESCO e l'ONU contraddicono questa posizione, portata avanti dalla destra. L'UNESCO infatti nel 2018 aveva sottolineato l’importanza dell’educazione sessuale a scuola, sottolineando come questa influenzerebbe positivamente i ragazzi nello sviluppo di conoscenze, competenze e atteggiamenti. Mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010, aveva già raccomandato l'avvio di tali programmi educativi fin dalle scuole materne.
Per l'UNESCO poi il diritto all'educazione affettiva e sessuale non rientra solo nel diritto alla salute, ma serve per raggiungere il pieno rispetto dei diritti umani e favorire l'uguaglianza di genere (uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell'ONU). Il Global Education Monitoring dell'UNESCO ha pubblicato un rapporto, da cui emerge che nei Paesi europei in cui sono previsti percorsi di educazione affettiva sessuale curriculare, si sono fatti passi avanti: più i giovani sono informati, più tendono a essere consapevoli del significato di rispetto e consenso. E si riduce significativamente il rischio di violenza, abusi e sfruttamento.
Lo scontro sull'emendamento: per le opposizioni "L'Italia torna nel Medioevo"
"Ecco la risposta del governo alle violenze di genere e all'odio: censurare l'educazione sessuo-affettiva, anche nelle scuole secondarie di primo grado. Il voto di oggi (ieri ndr) in Commissione Istruzione alla Camera è gravissimo: si vuole impedire a ragazze e ragazzi di informarsi seriamente su malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze precoci e salute affettiva. I percorsi di educazione alla sessualità sono invece fondamentali, anche per per prevenire la violenza di genere e per promuovere il rispetto delle differenze. È per questo che sono obbligatori in quasi tutti i Paesi europei. Ma mentre l'Europa va avanti, l'Italia torna nel Medioevo", commenta Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare.
Secondo i componenti Pd della commissione Cultura, si tratta di "Un atto gravissimo". Da decenni, osserva Mauro Berruto, Sara Ferrari, Giovanna Iacono, Irene Manzi, Matteo Orfini "moltissime scuole italiane offrono importantissimi progetti di educazione alla sessualità, ai giovani entro i 14 anni rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili, alla prevenzione delle gravidanze precoci, al contrasto alla violenza sessuale. Se oggi si introduce il divieto di queste informazioni, spesso gestite dalle aziende sanitarie e senza sostituirle con altra offerta formativa, si compie un atto gravissimo nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad ottenere informazioni corrette dai professionisti della sanità pubblica anziché dai social e dalla realtà digitale. Ci auguriamo che la maggioranza sappia fare marcia indietro rispetto a questo danno, che si rischia di produrre nei confronti di giovani cittadini e cittadine, considerato anche che l'Italia è uno dei soli sette paesi europei nei quali l'educazione sessuale non è obbligatoria. Ora addirittura si va in direzione contraria e si vieta anche quel poco che le scuole fanno da anni su base volontaria con il servizio socio sanitario".
Riccardo Magi (Più Europa) ricorda che nella legge di bilancio 2024 era stato approvato un altro emendamento a sua firma, "anche con i voti della maggioranza che stanziava fondi per l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Dopo poche settimane, per volontà del governo sotto scacco dei provita, in totale spregio al parlamento, quei fondi sono stati riorientati e destinati a una formazione degli insegnanti sulla fertilità maschile e femminile. Oggi, mentre piangiamo l'ennesimo drammatico femminicidio, con l'uccisione di Pamela Genini a Milano, la maggioranza ha di fatto abolito l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole, approvando emendamenti sulla proposta del Ministro Valditara sul consenso informato che negano la possibilità di fare qualsiasi attività didattica e progettuale a scuola su questo tema, persino nelle scuole secondarie di primo grado. L'ennesima prova che maggioranza e governo non hanno alcuna intenzione di affrontare questo tema con serietá e con la prevenzione, che deve partire dalle scuole".
Per Pro Vita & Famiglia Onlus invece si parla di "proposta liberale e democratica che impedisce alla politica di trasformare le scuole in sezioni di partito".