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Scuola, aumentano i fondi nel Recovery plan: superati i 20 miliardi

Si continua a discutere sulle voci di spesa dei fondi europei in arrivo con il Recovery plan. Aumentano gli investimenti nella scuola: dai 14 miliardi previsti inizialmente agli oltre 20 delle ultime bozze. La maggior parte andranno per limitare il divario territoriale, garantire il diritto allo studio, ma anche per potenziare le competenze scientifiche e linguistiche. Oltre 6 miliardi per l’edilizia scolastica.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Ricerca e istruzione saranno dei capisaldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dopo la sanità, anche il settore scuola vede aumentare sensibilmente i fondi che avrà a disposizione con l'arrivo del Recovery fund. Si tratterebbe di diverse voci di spesa che, sommate tra loro, supererebbero i 20 miliardi di euro solo per quanto riguarda la scuola. La tabella che verrà presentata in Consiglio dei ministri dal Ministero dell'Economia – da giorni al lavoro sul dossier – vede 16,72 miliardi di euro dedicati al potenziamento della didattica e diritto allo studio. Le voci di spesa sono differenti: 9,45 miliardi per l'accesso all'istruzione e riduzione dei divari territoriali; 5,02 miliardi per le competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics – le discipline scientifiche) e multilinguismo; 2,25 miliardi per l'istruzione professionalizzante e gli istituti tecnici superiori. Ma secondo l'Ansa, nell'ultima bozza di Pnrr ci sarebbero 6,8 miliardi di euro dedicati interamente all'edilizia scolastica. Così il totale andrebbe a superare nettamente i 20 miliardi di euro, considerando anche che inizialmente erano meno di 14.

Investimenti strutturali, sono queste due le parole chiave per la segretaria nazionale di Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che ha commentato le indiscrezioni sui fondi al sito Tecnica della Scuola. abbiamo chiesto un commento. "Per garantire il diritto allo studio si devono individuare linee d’indirizzo per qualificare il personale e per assegnare organici stabili". Nessuna voce di spesa, infatti, richiama in qualche modo investimenti sul personale, né sui loro stipendi. "Non dobbiamo sprecare un’opportunità come questa dei finanziamenti europei – ha continuato la segretaria di Cisl Scuola – servono misure e azioni in grado di rispondere ai bisogni di continuità, di formazione in servizio e di sistematicità degli interventi". Inoltre, secondo Gissi, serve una "riflessione ordinamentale seria sui curricola e sulle nuove competenze disciplinari".

Ampio spazio dedicato anche alla ricerca, con circa 12 miliardi di euro di investimenti. In questo caso sono tre le voci di spesa della tabella prodotta dal Mef: 6,71 miliardi al rafforzamento di ricerca e sviluppo e delle iniziative Ipcei (Important Projects of Common European Interest – progetti europei); 3,4 miliardi per il trasferimento di tecnologia; 1,08 miliardi per il sostegno all'innovazione per le piccole e medie imprese.

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