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Le consultazioni per il nuovo governo

Schifani (FI): “Abbiamo battuto il M5S, è impossibile che Di Maio faccia il premier”

Renato Schifani, ex presidente del Senato, rieletto a Palazzo Madama, dichiara che Forza Italia non ha intenzione di appoggiare un esecutivo targato Cinquestelle: “La legge elettorale prevede una parte proporzionale e una parte di coalizione. E la nostra coalizione ha battuto il M5S. Quindi il premier dovrà essere espressione del centrodestra, non può essere certo Luigi Di Maio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le consultazioni per il nuovo governo

"Come è consuetudine il presidente Berlusconi farà il punto durante una riunione prima delle consultazioni, anche se è già chiaro quale sarà l'atteggiamento che terrà. Forza Italia è compatta, rappresentata da Silvio Berlusconi che guiderà la delegazione, e non accetterà veti e limitazioni da parte di nessuno, sia per la governabilità del Paese, sia per la scelta dei ministri". Renato Schifani, ex presidente del Senato, rieletto alle ultime elezioni, commenta la posizione espressa da Di Maio, il quale ha affermato che non intende dialogare con Berlusconi, rafforzando l'idea di un asse privilegiato Lega-M5S.

La frattura tra Salvini e Berlusconi si è ricomposta? Durante l'elezione dei presidenti delle Camere, e in particolare per la scelta di Elisabetta Casellati, sembrava ci fosse stato uno strappo…

I rapporti tra Salvini e Berlusconi si sono risanati in un modo che giudicherei sufficientemente esaustivo, perché il leader del Carroccio ha riaffermato la centralità del ruolo centrodestra unito nelle trattative per la formazione del nuovo Governo, e questo sgombra ogni dubbio dalla prospettiva di eventuali separazioni. Salvini è stato chiaro nel ribadire che nemmeno lui tollererà che vengano posti veti nei confronti dei suoi alleati, e quindi ha chiarito la sua posizione come garante del centrodestra.

Voi rivendicate la vittoria come coalizione. Di Maio ripete che la premiership spetta a lui. In nessun caso siete disposti ad appoggiare un Governo dei Cinquestelle?

Non vi è dubbio che l'istituzione del Governo verrà rivendicata a pieno titolo dal centrodestra perché la nostra legge elettorale prevede una parte proporzionale e una parte di coalizione. E la coalizione del centrodestra ha battuto il Movimento Cinque Stelle. Quindi il premier dovrà essere espressione del centrodestra, non può essere certo Luigi Di Maio. Noi confidiamo nel presidente Mattarella, noto per la sua saggezza, per il suo equilibrio e per il suo senso delle istituzioni, che sicuramente farà di tutto per dare un Governo al Paese. Noi ascolteremo con attenzione i suoi suggerimenti e le sue indicazioni.

Lei ha sottolineato in questi giorni la distanza tra le vostre idee sul lavoro e quelle messe in campo da M5S. Ha paragonato Di Maio a Bertinotti. 

Penso che la disoccupazione non si combatta con l'aiuto di Stato. Si combatte invece aiutando la crescita economica e quindi intervenendo sul tessuto produttivo, facendo in modo che la semplificazione delle regole burocratiche, la riduzione della pressione fiscale, gli incentivi effettivi alle imprese possano creare nuove occasioni di lavoro. La formula è: aumentare la produttività attraverso la competitività dei nostri prezzi sul mercato internazionale. La riduzione del cuneo fiscale renderebbe competitive le nostre aziende sul mercato internazionale, offrendo prezzi inferiori alla concorrenza. Questo significa creare lavoro vero, non lavoro fittizio. Un intervento sul lavoro a regime, fisso, come assegno di Stato è inconcepibile e non attuale. Cosa diversa sarebbe un intervento provvisorio sulle fasce deboli, per esempio aumentando i periodi di fascia integrazione, attraverso un percorso di inserimento nel mercato lavorativo.

In questo momento vedete quindi maggiori punti di contatto con il Pd più che con il M5S?

Intanto la posizione del Pd è ancora tutta da verificare, e si capirà solo al momento delle consultazioni, quando si capirà la vera posizione ufficiale. È evidente che il conflitto tra una posizione di arroccamento e di opposizione e un ruolo d'altro tipo debba prima essere risolta all'interno dello stesso Pd in questa fase post-Renzi. Ma se la linea prescelta sarà quella "aventiniana" sarà difficile trovare punti di contatto con un partito che ha già deciso aprioristicamente di chiamarsi fuori.

Lei ritiene ci sia un'alta probabilità che si torni presto alle urne?

La possibilità che si torni al voto esiste, ma io mi auguro che ciò non avvenga, perché dubito che a distanza di pochi mesi i flussi elettorali possano cambiare. Troppo breve l'intervallo di tempo trascorso. E poi si rischierebbe di condannare l'Italia a un periodo di grave instabilità. Oggi i mercati internazionali ci danno ancora fiducia, lo spread è basso e manteniamo credibilità. Ma mi chiedo quale sarebbe l'atteggiamento dei mercati davanti a un ulteriore periodo di campagna elettorale.

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