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Savona, il sindaco registra il figlio di due donne: “Dobbiamo dare risposte al Paese reale”

Il piccolo è nato pochi giorni fa a Savona, dopo essere stato concepito a Barcellona con la fecondazione assistita di una delle due donne. Avrà due mamme: il sindaco Marco Russo lo ha registrato come figlio di una mamma biologica e di una intenzionale.
A cura di Annalisa Girardi
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Credits: Marco Russo Facebook
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Il sindaco di Savona, Marco Russo, ha registrato all'anagrafe il figlio di due donne, concepito a Barcellona con la fecondazione assistita. Si tratta del primo caso in Liguria, dopo lo stop alle trascrizioni dei figli delle coppie Lgbtq+ arrivato da Roma. Un divieto che, secondo il primo cittadino, è lontano dalla realtà.

Il piccolo è nato a Savona lo scorso 18 marzo, all'ospedale San Paolo, dopo essere stato concepito nel capoluogo catalano con la fecondazione assistita di una delle due donne. Avrà due mamme: Russo ha spiegato di aver firmato personalmente l'atto, senza coinvolgere altri funzionari del Comune. In un lungo post su Facebook, il primo cittadino ha spiegato i motivi per cui ha registrato il bambino, lo scorso 28 marzo, come figlio di una mamma biologica e una intenzionale, affermando di aver comunicato queste stesse ragioni sia in prefettura che in procura.

"Il sindaco si trova in frontiera, direttamente a contatto con le persone, i loro bisogni, le loro domande, le loro speranze, le loro paure", ha scritto Russo, raccontando di essersi trovato "di fronte a due donne, unite civilmente", che hanno da tempo "un progetto comune" e ora anche uno "genitoriale, attuato tramite le pratiche di procreazione medicalmente assistita (PMA), che la legge non ammette per coppie omosessuali, ma che all'estero è possibile".

Proprio da questo progetto "è nato un bambino, che ora ha dieci giorni e due donne mi chiedono di registrarlo come loro figlio, l'una, mamma biologica, l'altra mamma intenzionale". Se il piccolo fosse nato all'estero, ha spiegato il primo cittadino di Savona, nulla ostacolerebbe la trascrizione del suo atto di nascita come figlio di due donne. In Italia, però, questo è un problema. 

Il sindaco, sempre nel lungo post pubblicato sui social, prima ha fatto un ragionamento sulla normativa in merito:

La Corte Costituzionale ha affermato che non è più tollerabile l’inerzia del legislatore. La Corte di Cassazione si è espressa più volte in senso contrario alla registrazione della genitorialità di due donne. Invece, la giurisprudenza di merito ha ritenuto di riconoscere la possibilità di registrare la nascita, facendo leva sull’art. 8 della L. 40/2004 che afferma che “i nati a seguito dell’applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli nati nel matrimonio o di figli riconosciuti della coppia che ha espresso la volontà di ricorrere alle tecniche medesime”, norma che viene applicata indipendentemente dal sesso dei genitori e dal luogo in cui la tecnica è stata praticata. L’interpretazione di questa norma viene adottata sulla base dei principi per i quali viene ritenuto trascrivibile in Italia l’atto di nascita formato all’estero e della necessità di tutelare i diritti del minore.

Per poi spiegare perché personalmente ha sentito il dovere di procedere con la registrazione:

Innanzitutto, le argomentazioni dei Tribunali e delle Corti di Appello sono conformi ad un dovere che sento vivamente, di tutelare un minore e di dare risposta a due donne, che hanno un progetto di vita insieme, nell'ambito del quale hanno condiviso un progetto genitoriale che, sebbene non previsto dalla nostra legge interna, è comunque ritenuto conforme al nostro ordine pubblico, ossia ai valori fondamentali condivisi dalla comunità internazionale, basati sulla nostra Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dalla Dichiarazione ONU dei diritti dell’uomo.

C'è poi un senso del dovere, che si manifesta nell'incarico del sindaco, nel dover "dare la risposta alle due cittadine che si sono rivolte, con speranza, al nostro Comune, auspicando che ciò possa rafforzare l'invocazione di un intervento e di pari assunzione di responsabilità in capo al Parlamento". Russo ha quindi concluso: "Questo atto vuole far giungere al Legislatore una voce, non solo dall'alto delle Supreme Corti, ma anche dal basso del Paese reale, con cui i sindaci sono in contatto e del quale sono in qualche modo l'espressione".

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