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Sanzioni Usa contro Francesca Albanese, opposizioni attaccano: “Vergognoso, governo da che parte sta?”

Dopo le sanzioni dell’amministrazione Trump nei confronti di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu sui territori palestinesi occupati, Pd, M5s e Avs hanno chiesto al governo di rompere il silenzio e prendere una posizione sull’attacco nei confronti della giurista italiana.
A cura di Giulia Casula
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Dopo le sanzioni annunciate dagli Stati Uniti nei confronti di Francesca Albanese,  giurista italiana e relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati, le opposizioni chiedono al governo di intervenire e prendere una posizione. "Ci venga a spiegare da che parte sta", hanno spiegato gli esponenti di Avs, M5s e Pd intervenuti oggi in Aula.

La segretaria del Pd Elly Schlein ha voluto esprimere la sua solidarietà ad Albanese "per il pesante attacco che sta subendo in queste ore da parte dell'amministrazione Trump". Ieri il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato sanzioni nei suoi confronti accusandola di aver istigato una "guerra politica ed economica" nei confronti degli Stati Uniti e di Israele. "Questo non è solo l'ennesimo attacco al multilateralismo da parte di Trump, ma anche la conferma del suo sostegno al piano criminale di Netanyahu in Palestina, che Albanese ha sempre denunciato con forza", ha commentato Schlein.

Recentemente Albanese è finita nel mirino anche del governo israeliano che ha cercato di screditare il suo operato ricorrendo all'acquisto di annunci pubblicitari e in generale a una campagna di digitale che Fanpage ha ricostruito. Finora il governo non è intervenuto sulla questione, preferendo il silenzio. "Trovo vergognoso che il governo italiano non abbia detto una parola in difesa di una cittadina italiana che svolge un incarico cosi' delicato presso l'Onu. Un silenzio di Meloni e Tajani che imbarazza l'Italia e che si aggiunge al loro immobilismo su quanto sta accadendo a Gaza e in tutta la Palestina", ha aggiunto la segretaria.

Per questo motivo, il Pd presenterà un'interrogazione, a prima firma del responsabile esteri Peppe Provenzano, nei confronti del ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Vogliamo sapere cosa il governo intenda fare per garantire l'indipendenza dell'ONU e l'autonomia della Corte penale internazionale da tutte quelle pressioni politiche e da interferenze esterne che possano compromettere l'azione e il funzionamento delle istituzioni multilaterali e anche i diritti di una cittadina italiana nell'esercizio del suo mandato per conto delle Nazioni Unite", ha dichiarato in Aula il deputato Andrea Casu. "Il tema è troppo importante e il governo non può voltarsi dall'altra parte ma rispondere alle richieste delle opposizioni e all'interrogazione del Pd per dire da che parte sta", ha aggiunto.

Anche il capogruppo di Avs al Senato, Peppe de Cristofaro denuncia l'attacco di Trump nei confronti della relatrice Onu. "Netanyahu va da Trump e, il giorno dopo, Rubio annuncia sanzioni contro la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi, Francesca Albanese". Per gli americani, e gli israeliani, Albanese "è colpevole di aver puntato il dito contro aziende israeliane e USA per aver tratto profitto dall'occupazione e per aver difeso in tutte le sedi il diritto popolo palestinese", ha ricordato. Quella contro Albanese è "una vergognosa intimidazione in stile mafioso". L'Italia "respinga questa pressione statunitense e israeliana contro una esperta indipendente", ha chiesto De Cristofaro rinnovando la sua solidarietà nei confronti della docente.

Il Movimento 5 Stelle si è rivolto direttamente a Giorgia Meloni: "Chiediamo alla sedicente patriota di reagire con fermezza a questo abuso: se non in nome della legalità internazionale che sappiamo non interessate molto questo governo, almeno per dignità internazionale, visto che Francesca Albanese è una cittadina italiana", ricordano i capigruppo  delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, Marco Pellegrini e Bruno Marton. "È doveroso che l'Italia pretenda da Washington la revoca immediata di queste misure inique". La scelta dell'amministrazione americana è "un atto gravissimo"." È inaccettabile che chi denuncia crimini di guerra e contro l'umanità a Gaza e in Cisgiordania venga colpito, mentre i responsabili restano impuniti. Si tratta dell'ennesimo segnale di una complicità politica che mina il diritto internazionale", avvertono.

Albanese: "Sanzioni per indebolirmi, continuerò col mio lavoro"

La relatrice speciale dell'Onu non è parsa intimorita dalle ritorsioni americane e ha fatto sapere che non intende abbandonare il suo incarico. Sono misure "calcolate per indebolire la mia missione. Continuerò a fare quello che devo fare. Sì, certo, sarà impegnativo ma ci sto mettendo tutto ciò che ho", ha detto oggi ai giornalisti durante una visita a Lubiana.

Intanto, le Nazioni Unite hanno chiesto a Washington di revocare immediatamente le sanzioni. "Gli attacchi e le minacce contro i titolari di mandati per le procedure speciali, così come contro istituzioni chiave come la Corte Penale Internazionale, devono cessare", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Turk in una nota.

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