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Salvini smentisce il ministro Crosetto e dice che non dobbiamo difenderci dalla Russia, ma dai migranti

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto che “non siamo pronti a un attacco russo né a un attacco di un’altra nazione”, quindi l’Italia deve investire di più sul riarmo. Matteo Salvini, membro dello stesso governo, ha risposto poche ore dopo dicendo l’esatto opposto: “Il mio problema non sono i carri armati russi, ma rimandare a casa i delinquenti stranieri”.
A cura di Luca Pons
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"L'Italia non è pronta a un attacco russo né a un attacco di un'altra nazione. La gente non vuole sentire parlare di necessità di difesa, ma io penso che il mio compito sia quello di mettere questo Paese nelle condizioni di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci". Queste parole del ministero della Difesa, Guido Crosetto, hanno sottolineato oggi ancora una volta perché il governo Meloni si sia impegnato, con la Nato, ad aumentare parecchio la spesa militare dell'Italia nei prossimi anni. Ma poche ore dopo è arrivata la risposta di Matteo Salvini, che in quello stesso governo è vicepremier: "Il mio problema non sono i carri armati russi, ma i troppi delinquenti stranieri che ci sono in Italia".

Crosetto: "Se Russia attacca, l'Italia non è pronta". Salvini: "Il problema sono i migranti"

Questa mattina il ministro della Difesa aveva parlato della situazione in Ucraina: "Sono mesi che parliamo di possibilità di tregua e quello che ho constatato è che sono aumentati esponenzialmente gli attacchi su Kiev, sull'Ucraina, sui civili, sugli ospedali, sulle centrali elettriche ucraine. Sono settimane in cui il clima che ci circonda è deteriorato, non soltanto in Ucraina ma in tutto il mondo".

Poi, alla domanda diretta di un giornalista, aveva risposto: "Non siamo pronti a un attacco russo né a un attacco di un'altra nazione, lo dico da più tempo. La gente non vuole sentire parlare di necessità di difesa, ma io penso che il mio compito sia quello di mettere questo Paese nelle condizioni di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci. Non dico Putin, dico qualunque. Adesso non lo siamo, perché non abbiamo investito più in difesa negli ultimi vent'anni e non si recuperano in un anno o in due".

Una conferma, insomma, che il governo vuole continuare a investire nel riarmo. Poche ore dopo, quando il ministro Salvini si è trovato al Tg3, gli è stato chiesto di commentare le parole di Crosetto. Per prima cosa ha sminuito le distanze: "Giusto investire di più in difesa come dice il ministro Crosetto", poi ha rilanciato con la posizione diametralmente opposta del suo partito: "Anche se per me e per la Lega la priorità è la sicurezza nazionale e la difesa dei confini soprattutto a sud, quelli da cui sbarcano anche delinquenti e terroristi. Il mio problema non sono i carri armati russi ma i troppi delinquenti stranieri che ci sono in Italia e dobbiamo rimandare a casa".

L'ennesimo scontro tra la Lega e il governo Meloni sulle armi

Lo scontro è un esempio evidente di una delle divisioni più profonde all'interno del governo di centrodestra: quella sull'Ucraina e sul riarmo. Da quando è in carica, l'esecutivo di Giorgia Meloni si è sempre schierato nettamente in difesa di Kiev, confermando il sostegno economico, umanitario e (soprattutto) militare che aveva garantito il governo Draghi in precedenza. La cosa non è mai andata giù alla Lega, che come è noto è decisamente ‘morbida' nei confronti della Russia di Putin, e per di più (anche a seguito della crisi in Ucraina) ha adottato una linea del tutto contraria al riarmo.

Nonostante questo, il Carroccio non ha mai fatto mancare i suoi voti in Parlamento quando si è trattato di Kiev e di armi. Il suo leader, però, non ha smesso di rivendicare a parole le posizioni del suo partito, cercando di minimizzare le distanze con il resto della maggioranza. Lo ha fatto, ad esempio, quando ha detto che l'aumento delle spese militari servirà in realtà per finanziare nuove infrastrutture, tra cui anche il ponte sullo Stretto di Messina. Un'idea a cui gli Stati Uniti hanno già risposto "no", anche se in modo più o meno indiretto.

L'altra strada usata da Salvini per non parlare del fatto che il suo partito ha sostenuto il riarmo e l'invio di armi all'Ucraina, anche quando ai suoi elettori diceva di volere il contrario, è cambiare argomento: non dire apertamente che non è d'accordo con il resto del governo Meloni, ma affermare che ci sono altre priorità. Ed è quello che ha fatto oggi, parlando al Tg3.

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