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Guerra in Ucraina

Salvini contestato in Polonia, il sindaco di Przemysl non lo riceve e mostra la maglietta di Putin

Il leader della Lega è stato contestato a Przemysl, città polacca al confine con l’Ucraina. Il sindaco gli ha mostrato una maglietta con stampato sopra il volto di Putin e si è rifiutato di riceverlo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Matteo Salvini è stato contestato in Polonia, dove ha deciso di andare nei giorni scorsi. Il leader della Lega, dopo aver lanciato l'idea di una marcia per la pace in Ucraina, è volato ieri nel Paese al confine, dove ha subito incontrato il premier polacco – molto vicino a Salvini – Morawiecki. Dall'inizio dell'emergenza il senatore aveva ringraziato gli amici di Polonia e Ungheria per quanto fatto in termini di accoglienza. Poi ha deciso di andare ad "aiutare" di persona. Certo la reazione del sindaco di Przemysl – città da 60mila abitanti al confine con l'Ucraina, praticamente a 100 chilometri in linea d'aria da Leopoli – Salvini non se l'aspettava proprio.

Wojciech Bakun – appunto, sindaco della città – lo ha accolto con un punto stampa e, davanti ai giornalisti, gli ha detto che non l'avrebbe ricevuto. Poi il colpo di scena: il primo cittadino polacco si apre il giaccone e tira fuori una maglietta che Salvini guarda incuriosito. Sulla t-shirt esibita da Bakun alla stampa c'è il volto di Vladimir Putin, con un chiaro riferimento alle felpe e magliette esibite in passato dal leader leghista. Il sindaco invita Salvini a indossare la maglietta e andare al confine con l'Ucraina insieme. Quando capisce la situazione, il leader della Lega cerca di difendersi spiegando in inglese di essere lì per "aiutare rifugiati, bambini e mamme". Il sindaco, però, continua con il suo discorso e conclude con un secco "no respect for you".

Successivamente Salvini si allontana, poi viene contestato da un gruppo di italiani presenti che gli danno del "pagliaccio". Il leader della Lega allora torna indietro e chiede chiarimenti, poi – mentre la contestazione prosegue – augura buon lavoro a tutti e se ne va. "Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra", ha commentato poi il senatore. Tra l'altro Bakun non è neanche di sinistra, come dice Salvini. È un esponente di Kukiz’15, partito considerato di destra populista: euroscettico e conservatore.

"Qualche italiano preferisce la guerra, mi spiace per lui. Io sono qua per la pace e condanno la guerra, condanno le bombe", ha continuato Salvini. E a chi gli ha chiesto se condanna anche Putin ha risposto: "Certo, ovvio. Condanniamo la guerra, chiunque condanna la guerra e l'aggressione tranne qualche italiano che è qua a parlare di guerra". Poi però si è difeso: "Putin l'hanno incontrato tutti. Prodi, Obama, Clinton, Berlusconi, tutti". E ancora: "Nel 2022 dobbiamo fermare la guerra e il mio obiettivo è salvare bambini e donne. Se qui c'è qualcuno che preferisce la polemica, non sono io. Noi vogliamo portare parole di pace e aiuto".

Dall'ufficio stampa della Lega, poi, hanno fatto sapere che "un pullman partirà domani dalla Polonia per portare almeno 50 persone verso l’Italia, e sabato è già prevista la partenza di altri mezzi per consegnare aiuti nelle zone di confine con l’Ucraina e aiutare decine di profughi a raggiungere il nostro Paese". Questo accordo è stato stabilito al termine di una visita della delegazione della Lega guidata da Matteo Salvini in un centro per rifugiati a Kijowska, a una manciata di chilometri dal confine con l’Ucraina.

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