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Salvini a Paragone: “Le porte della Lega sono sempre aperte”. Confermata l’espulsione del senatore

Pur rimarcando di non intervenire su “casi singoli e personali”, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha fatto intendere all’ex pentastellato Gianluigi Paragone che il suo partito sarebbe pronto ad accoglierlo: “Le porte della Lega sono aperte per chi crede nel cambiamento e non vuole abbracciare Renzi e Zingaretti”, commenta il leader leghista dopo la conferma dell’espulsione di Paragone dal Movimento Cinque Stelle.
A cura di Annalisa Girardi
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"Le porte della Lega sono aperte per chi crede nel cambiamento e non vuole abbracciare Renzi e Zingaretti": questo il commento di Matteo Salvini sull'espulsione del senatore Gianluigi Paragone dal Movimento Cinque Stelle, confermata dal comitato di garanzia pentastellato dopo la decisione dei probiviri. Pur rimarcando di non intervenire su "casi singoli e personali", il leader del Carroccio ha fatto intendere che il suo partito sarebbe pronto ad accoglierlo, come ha già fatto lo scorso dicembre con i senatori pentastellati Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro.

Il comitato di garanzia ha quindi ratificato l'espulsione di Paragone, ex direttore de La Padania, che aveva presentato ricorso contro quanto stabilito dai probiviri. Adesso rimane quindi la possibilità di presentare un ulteriore ricorso davanti al giudice ordinario, un'ipotesi che l'ex senatore pentastellato aveva commentato proprio nei giorni scorsi. Eugenio Piccolo, legale di Paragone, da parte sua ha affermato, in merito alla conferma dell'espulsione da parte del comitato di garanzia. "Non c’è stata alcuna valutazione di quelle eccezioni pregiudiziali da noi sollevate, relative alla costituzione del collegio probiviri e dello stesso comitato garanzia, dove siedono membri in palese conflitto di interessi".

Come riporta il Fatto Quotidiano, la ratifica redatta dal comitato di garanzia, in cui siedono Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, riporta la "conferma nel merito della gravità del comportamento del parlamentare, evidenziata dal collegio dei probiviri". Il legale Piccolo quindi afferma: "Noi siamo assolutamente consapevoli, certi, dell’incompatibilità del collegio dei probiviri: basti ricordare che Riccardo Fraccaro lasciò l’incarico quando divenne ministro. Ma siamo certi anche dell’incompatibilità dei membri del comitato di garanzia. Lo dice lo statuto e il codice etico. Non si possono svolgere quei ruoli se si ricoprono altri incarichi politici".

Paragone è stato espulso dal Movimento lo scorso 1° gennaio, anche se la notizia era in aria da tempo, dopo il voto contrario del senatore sulla legge di Bilancio e l'astensione sulla fiducia al governo. Pargone aveva così commentato la vicenda: "Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33% e ora…Quando perdi due elettori su tre ti espelle il nulla, sono uno dei tanti elettori espulsi dal Movimento di palazzo".

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