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Salario minimo, muro delle opposizioni fa slittare il voto su emendamento maggioranza

In commissione Lavoro della Camera è stato rimandato il voto sull’emendamento della maggioranza sulla proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo. La Commissione riprenderà l’esame giovedì.
A cura di Annalisa Cangemi
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È slittato il voto in commissione Lavoro della Camera all'emendamento della maggioranza sulla proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo. La commissione proseguirà l'esame giovedì, domani i lavori di commissione non si terranno perché si vota la fiducia sul decreto proroghe. Il rinvio è stato provocato dal muro dei deputati di Pd, M5s, Avs e Azione, che con una raffica di interventi hanno impedito il voto sull'emendamento Rizzetto che trasforma la legge di iniziativa parlamentare delle opposizioni in una delega al Governo. Le opposizioni vorrebbero venisse ritirato.

"Primo giorno: voto bloccato. È un primo risultato dell'opposizione. È questo il dato politico di oggi e noi continueremo a batterci fino a quando non ritireranno l'emendamento. Anche perché nessuno ci ha ancora spiegato perché abbiano deciso di fare una delega" esautorando il Parlamento, ha detto Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione, uscendo dalla sala del Mappamondo di Montecitorio. "Non abbiamo fatto ostruzionismo ma abbiamo spiegato le nostre ragioni" ha aggiunto Scotto.

Per il leader M5S Giuseppe Conte, il governo è "scorretto, ha mandato la palla in tribuna al Cnel di Brunetta, e adesso ha bucato il pallone perché stanno costruendo, con un emendamento, in modo proditorio, una legge di delega che rimanda la palla al governo e non si sa quando ci sarà un decreto legislativo delegato. Il tutto per costruire una campagna elettorale europea sulla presa in giro degli italiani", ha detto a ‘5 minuti' su Rai Uno, il leader del M5s.

La formula proposta dalla maggioranza di aumentare i salari più bassi con adeguamenti che passano attraverso il rinnovo dei contratti collettivi "non ci piace", ha aggiunto Conte. "Anche nella nostra proposta c'è la valorizzazione della contrattazione collettiva però ci sono tanti contratti collettivi in questo momento che sono al di sotto dei 9 euro lordi".

"Di cosa hanno paura – ha detto ancora Conte – la contrattazione collettiva va benissimo, introduce tutte le tutele, ma se la soglia è inferiore a 9 euro lordi l'ora, questo si chiama sfruttamento della manodopera". 

A stretto giro è arrivata la replica di Walter Rizzetto, di FdI, che è il presidente della commissione: "L'autonomia del Parlamento è legittimata e straconfermata. Quando il governo andrà a scrivere i decreti delegati il Parlamento verrà coinvolto con le commissioni, le audizioni e la fase emendativa". Sul fatto di aver emendato una pdl dell'opposizione, Rizzetto ha sottolineato: "È successo altre volte. Ho fatto 10 anni all'opposizione e rispetto ad alcuni testi presentati sono stati presentati degli emendamenti abrogativi".

Ma Rizzetto insomma ha difeso la bontà dell'azione della maggioranza: "La proposta delle opposizioni avrebbe preso forma da novembre 2024, noi diamo sei mesi al governo, quindi ben prima di novembre 2024 daremo risposte circostanziate nella legge delega. Il governo ha sei mesi per portare una delega ma ritengo che ci muoveremo prima. Anche delle persone che sono state chiamate dalle opposizioni hanno manifestato dubbi molto profondi sullo strumento del salario minimo", paventando "il rischio di una fuga dalla contrattazione collettiva per abbracciare una fonte primaria, una legge partorita dalle Camere, per un Salario a 9 euro l'ora. La proposta delle opposizioni non è la risposta giusta per un tema molto difficile".

Intanto le opposizioni hanno presentato un emendamento alla legge di bilancio per la creazione di un fondo da 300 milioni in tre anni, da alimentare con 100 milioni l'anno, da destinare al sostegno dei datori di lavoro che adeguano il salario minimo orario all'importo di 9 euro l'ora, proprio la soglia prevista nella pdl in discussione alla Camera.

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