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Salario minimo, le opposizioni esultano per la raccolta firme online: “Quasi centomila in poche ore”

La raccolta firme per il salario minimo a 9 euro l’ora è partita ieri, e secondo Angelo Bonelli nel suo primo giorno è stato un successo: “Quasi 100mila firme in poche ore”, nonostante un blocco del sito durato diverse ore. L’obiettivo non dichiarato è di arrivare a un milione di sottoscrizioni.
A cura di Luca Pons
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"Mentre Meloni fa propaganda noi proseguiamo la nostra mobilitazione delle opposizioni con quasi 100mila firme già arrivate in poche ore per la petizione sul salario minimo subito, per rispondere ai quattro milioni di italiani che guadagnano meno di nove euro l'ora". L'annuncio è arrivato da Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, in un video diffuso sui social. Si sarebbe avviata in un modo soddisfacente, quindi, la campagna online di raccolta firme per il salario minimo legale, diffusa da Pd, M5s, Azione, Avs e +Europa a partire da ieri con lo slogan "Salario minimo subito".

La petizione è partita in salita a causa dei guasti tecnici. Nel giorno del lancio, mentre tutti i principali leader di partito condividevano la petizione e invitavano a recarsi sul sito per firmare, la piattaforma online ha smesso di funzionare. Ed è rimasta inaccessibile per circa sei ore, dalle due di pomeriggio alle otto di sera. Dalle opposizioni si attribuiva il down al "sovraccarico di accessi", a dimostrazione che il tema aveva riscosso un forte interesse tra la popolazione nonostante si trattasse di una domenica di agosto. Tuttavia, non c'è dubbio che un blocco così prolungato abbia anche scoraggiato molti dal mettere la propria firma.

Nonostante l'ostacolo tecnico che ha molto smorzato "l'effetto lancio", però, stando a quanto affermato da Bonelli nel primo giorno sarebbero arrivate quasi 100mila sottoscrizioni alla proposta. La raccolta firme non si riferisce a una proposta di legge popolare né a un altro strumento costituzionale, ma a una semplice petizione – cosa che permette di rendere più semplice il processo di firma, senza doversi autenticare con la propria identità digitale.

L'obiettivo non dichiarato dei partiti di minoranza è di arrivare ad almeno un milione di firme. Questa è la cifra simbolica, trapelata soprattutto da ambienti del M5s, che permetterebbe di portare la raccolta in firme in Parlamento quando riaprirà, a inizio settembre. Un modo, per le opposizioni, di insistere sulla propria proposta di salario minimo legale a 9 euro l'ora. E non essere costretti a convergere sulla risposta che darà il Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro presieduto da Renato Brunetta, a cui Giorgia Meloni ha affidato il compito di stilare una proposta entro metà ottobre.

Riaperte le Aule, con il testo del Cnel da una parte e la legge di bilancio sempre più vicina dall'altra, lo sforzo per cercare un compromesso e approvare delle misure contro il lavoro povero dovrà essere rapido. Con un milione di firme a proprio sostegno, la pressione delle opposizioni potrebbe essere più efficace. Per adesso, però, sono solo 100mila. Si vedrà se l'andamento resterà costante, o se dopo un primo giorno di entusiasmo il ritmo rallenterà.

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