“Rompere l’assedio per aprire canale umanitario, non forzeremo il blocco”: la strategia del Pd sulla Flotilla

A Fanpage.it, i parlamentari del Partito democratico a bordo della Flotilla, Arturo Scotto e Annalisa Corrado, confermano la volontà di proseguire la missione umanitaria verso Gaza e spiegano quale strategia intendono adottare nel momento in cui le navi saranno vicine alle coste palestinesi.
"Noi non abbiamo cambiato posizione rispetto a questo. Siamo qui a supporto della Flotilla per dare visibilità mediatica e politica, per fare quella che abbiamo chiamato una "scorta democratica" con il nostro ruolo istituzionale visto che il governo italiano si è rifiutato di innalzare la protezione agli italiani imbarcati a livello diplomatico, come invece ha fatto la Spagna", dichiara l'europarlamentare Annalisa Corrado.
Negli scorsi giorni il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva lanciato un appello alla Flotilla affinché valutasse la proposta di mediazione del Patriarcato latino di Gerusalemme per gestire la consegna degli aiuti tramite un corridoio umanitario tra Cipro e la Striscia. "Noi non abbiamo interpretato la richiesta del Presidente Mattarella come una richiesta diretta a noi di scendere dalla Flotilla. Abbiamo trovato conforto nelle sue parole perché nei giorni precedenti il governo aveva tentato di appropriarsi di una proposta che era nata su un nostro stimolo, dal confronto tra il direttivo e Pizzaballa, rischiando di affossarla completamente. Noi subito avevamo auspicato che questo dialogo andasse avanti nel rispetto dell'indipendenza della società civile rispetto alla politica", spiega al nostro giornalista Saverio Tommasi.
Il comunicato di Mattarella "l'abbiamo inteso come un rinforzo rispetto a questa posizione – puntualizza – perché fa due cose fondamentali: riconoscere il valore importantissimo della missione, mettere al centro lo scempio di Gaza e la sofferenza della popolazione palestinese. Cosa che nelle parole del governo, di Meloni e Tajani soprattutto, era stata del tutto assente", dice ancora. "Tranne in quelle di Crosetto, bisogna dirlo, che invece ha usato parole molto più corrispondenti alla realtà dei fatti. Noi non crediamo che Mattarella ci stia chiedendo di scendere. Ma che abbia rinforzato, alla Flotilla, la richiesta di continuare a mediare e tenere aperto un canale con Pizzaballa perché anche secondo Mattarella, come per noi, quella è una strada da percorrere", insiste.
Nelle ore successive all'appello del capo dello Stato e alle varie sollecitazioni da parte del governo italiano, la Flotilla aveva chiarito di non voler cambiare rotta. "Secondo me è molto importante distinguere tra le espressioni "rompere l'assedio" e "forzare il blocco"", specifica Corrado. "Rompere l'assedio significa cercare di ripristinare i canali umanitari, che il diritto internazionale richiederebbe e che Netanyahu ha bloccato completamente quando ha escluso le Nazioni Unite dalla Striscia di Gaza e dalla possibilità di gestire la distribuzione degli aiuti. Da quel momento in poi il diritto internazionale è stato completamente calpestato. Rompere l'assedio significa combattere la carestia indotta nella Striscia".
Forzare il blocco invece, è tutt'altra cosa, sostiene. "Voi le vedete 40 barche a vela che forzano il blocco dell'esercito israeliano? Forzare un blocco e mettere a rischio delle vite non è nei principi che si è data la Flotilla. Se qualcuno si è messo in testa questa cosa o tramuta la missione in questo se ne prenderà le responsabilità", avverte. "Noi certamente non forziamo nessun blocco navale e come abbiamo sempre detto, come è nelle regole della barca su cui siamo, noi all'alt ci fermiamo".
Il deputato Arturo Scotto si riconosce nelle parole di Corrado. "Ho visto un titolone di un quotidiano nazionale che ironizza sulla nostra missione, in particolare con il Pd, titolandoci "I kamiGaza del Pd". A parte il degrado squadristico di una certa forma di giornalismo, noi confermiamo la natura umanitaria della missione, la nostra funzione di scorta democratica e di accompagnamento della missione", commenta. E assicura: "Questa cosa continuerà, ovviamente con le nostre caratteristiche: pur riconoscendo l'illegalità del blocco navale, riscontrata innanzitutto dalla Corte internazionale di giustizia, dalla Convenzione internazionale di Ginevra e da tutte le regole internazionali del diritto del mare, siccome partecipiamo a una missione pacifica e non violenta, non abbiamo nessuna intenzione di forzare il blocco". Insomma, la strategia dei dem sulla Flotilla è quella di insistere per la realizzazione di un canale umanitario permanente e di rompere l'assedio, ma senza mettere a rischio gli attivisti violando il blocco navale illegalmente imposto da Israele.