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Riforma della Giustizia, nuovo attacco di Berlusconi ai pm

“I giudici devono pagare se sbagliano e la riforma della Giustizia non è una legge ad personam, ma un adeguamento agli standard europei”, ecco in sintesi il pensiero espresso dal presidente Silvio Berlusconi nella sua telefonata alla convention Pdl di Torino.
A cura di Alessio Viscardi
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Berlusconi

Nuova telefonata del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla convention del Pdl in corso a Torino. Tema del messaggio, la difesa della riforma della Giustizia, varata nei giorni scorsi dal Consiglio del ministri, e un nuovo attacco allo strapotere dei pm. Spirito della riforma, sostiene il Premier, è l'adeguamento della giustizia italiana ai canoni europei: “Non è una riforma ad personam nè una riforma contro i magistrati è una riforma necessaria negli interessi degli italiani” ha sostenuto Berlusconi. Poi un ammonimento ai pm: “Se sbagliano, è giusto che paghino”.

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, fa retromarcia sulla norma transitoria sul processo breve e si dice pronto a ritirarla dal provvedimento di riforma. La norma avrebbe permesso la retroattività della legge, facendo cadere in prescrizione numerosi processi nei quali è implicato il presidente del Consiglio. Berlusconi, però, ha definito il provvedimento “un testo organico ed equilibrato”: “Fin dal primo momento che decidemmo di scendere in campo, nel 1994, quindi prima che cominciasse la persecuzione giudiziaria nei miei confronti eravamo convinti che la riforma della giustizia fosse una componente fondamentale di quella rivoluzione liberale che avevamo in mente”.

Chiamata alle armi per tutti i membri del Pdl, che il presidente Berlusconi chiama a fare propaganda a favore della riforma della Giustizia contro la disinformazione che farà “la gente di sinistra”: “Voglio dirlo con chiarezza, non c'è alcuna norma ad personam, salva Berlusconi. È una riforma organica, in un sistema che ha mostrato molti difetti di funzionamento, così come ha più volte certificato anche l'Ue”.

A margine, un elogio autocelebrativo di Silvio Berlusconi, che si definisce “coraggioso, temerario, forse anche un po' eroico e matto”.

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