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Renzi, avviso di sfratto a Conte: “Avanti fino al 2023, con o senza di lui”

“Niente di personale, sia chiaro: a me sta a cuore l’Italia, non il futuro dell’avvocato Conte. Conte è stato il premier di una maggioranza che ha azzerato la crescita in Italia: per una serie di circostanze oggi si ritrova premier anche della maggioranza alternativa”: una maggioranza che andrà avanti fino al 2023, Matteo Renzi ne è sicuro. Su chi sarà il presidente del Consiglio, tuttavia, lascia una porta aperta.
A cura di Annalisa Girardi
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"Questo governo è nato in emergenza per rispondere allo strappo leghista. Con le elezioni anticipate avremmo avuto l'aumento dell'Iva, i pieni poteri a Salvini, un capo dello Stato No Euro e tensioni sui mercati. Con il blitz di agosto abbiamo eliminato in un colpo solo tutti questi rischi: rivendico l'operazione di igiene istituzionale che abbiamo fatto": con queste parole Matteo Renzi difende il progetto di intesa fra Partito democratico, Italia Viva e Movimento Cinque Stelle, che ha portato alla creazione del governo Giuseppe Conte bis. Un esecutivo in cui però non sono mancate tensioni e scontri: dissapori che l'ex presidente del Consiglio non nasconde. In un'intervista sul Messaggero, Renzi tocca vari temi, dalla manovra varata dal governo (su cui Italia Viva ha detto vari no), alla figura di Giuseppe Conte e alla questione migranti.

Gli obiettivi del governo immediati, secondo Renzi sarebbero "eleggere un Presidente della Repubblica garante dell'Italia in Europa nel 2022 e utilizzare questo periodo di calma sui mercati per ridurre il costo degli interessi sul debito". E aggiunge: "Noi siamo per andare avanti, gli altri ci faranno sapere". Un'espressione, "andare avanti", più volte utilizzata da Renzi, che però non si è mai espresso esplicitamente se includa o meno la presenza di Giuseppe Conte come presidente del Consiglio. "Dipende da come funziona il governo, non da me. Niente di personale, sia chiaro: a me sta a cuore l'Italia, non il futuro dell'avvocato Conte. Conte è stato il premier di una maggioranza che ha azzerato la crescita in Italia: per una serie di circostanze oggi si ritrova premier anche della maggioranza alternativa". Il leader di IV afferma di non preoccuparsi delle voci che addirittura vogliono Conte come candidato leader alle prossime elezioni: "Per me l'unica preoccupazione è che l'Italia vada avanti, che le tasse non aumentino, che il Paese si rialzi: quindi spero che Conte lavori bene. Faccio il tifo per lui e gli do una mano, oggi, senza farmi film su domani. Che cosa abbia in testa Conte per il suo futuro mi è indifferente: basta che adesso pensi a lavorare per il bene dell'Italia. La legislatura durerà fino al 2023, sicuramente".

Delle parole che potrebbero sembrare in contrasto con tutte le mozioni che proprio il partito di Renzi ha presentato alla manovra del governo giallorosso. L'ex presidente del Consiglio spiega che non è questione di tensioni politiche, ma di un "senso di responsabilità". E aggiunge: "Su un punto però non transigiamo: non possiamo alzare le tasse agli italiani. Abbiamo vinto la battaglia per eliminare l'aumento dell'Iva e adesso vinceremo anche quella sulle macchine aziendali, sulla plastica e sullo zucchero.  C'è chi rivendica la propria battaglia No Tav, chi quella No Tap. Noi di Italia Viva siamo quelli No Tax".

La manovra economica

A proposito di tasse, nella manovra economica approvata in realtà di cosiddette microtasse ce ne sono parecchie. Questo, secondo Renzi, rimane uno dei famosi nodi che non sono ancora stati sciolti. "Ora c'è bisogno di eliminare i tre principali errori rimasti: le tasse su zucchero, plastica e soprattutto auto aziendali che sono una inspiegabile mazzata alla classe media. Non cambio linea adesso. Anzi: rivendico la battaglia culturale. Giusto combattere l'evasione fiscale ma va combattuta anche l'invasione fiscale: l'invasione fiscale di nuove tasse e aumenti sconsiderati. Le tasse in Italia sono troppe: facciamole scendere. O almeno non alziamole".

Per far quadrare i conti per Renzi "servono meno di 2 miliardi di euro". L'ex presidente del Consiglio spiega: "Se il cuneo parte a settembre anziché a luglio, il problema è risolto. E per l'anno successivo basta diminuire di una cifra analoga il cashback. Ma si può intervenire anche sulle spese: col mio governo spendevamo undici miliardi in meno di quello che si spende ora per beni e servizi". E afferma che i numeri per eliminare quelle tasse ci sono, sia "nel Bilancio che in Parlamento". In questo modo Renzi ammette che la manovra andrà incontro a dei cambiamenti una volta giunta in aula: "È un diritto, persino un dovere del Parlamento cambiarla. A meno di non dare al governo i pieni poteri".

Le elezioni in Umbria

Renzi affronta quindi il caso dei risultati delle elezioni regionali in Umbria, che hanno visto il trionfo del centrodestra e la sonora sconfitta del candidato sostenuto da Pd e M5S. Durante la campagna elettorale, Renzi si è tenuto in disparte, e ora spiega il perchè: "Non credo sia stato geniale dare tanto valore alle regionali in Umbria. Erano elezioni locali. Mi sono sforzato invano di capire perché abbiano convinto il premier a fare la foto a Narni: lasciamo che chi ci governi, pensi a governarci, non a fare spot in Umbria. Stiamo insieme a livello nazionale per necessità". Non è quindi semplice governare insieme ai pentastellati per Renzi: "Sì, mi costa molto, perché negarlo? Mi costa molto a livello personale ma se rompessimo agli italiani costerebbe molto di più, da tutti i punti di vista, a cominciare da quello economico. Dunque metto al primo posto l'interesse dei nostri concittadini".

Renzi commenta quindi anche le prossime elezioni in Emilia Romagna, un voto delicato che però anche in questo caso per Renzi non deve assolutamente essere trasformato in un test nazionale. "Si vota per l'Emilia Romagna, non per l'Italia. Salvini e Meloni hanno la solita cantilena su migranti e comunisti: noi abbiamo una Regione che funziona, con un presidente capace, vogliamo bloccare anche quella? Le regionali sono elezioni regionali, non sondaggi nazionali. Anziché replicare la foto di Narni se il governo vuole dare una mano a Bonaccini tolga le tasse sulla plastica visto che l'Italia è leader mondiale del packaging e le aziende migliori si trovano proprio sulla via Emilia. Lasciamole competere nel mondo senza costringerle a pagare ancora più tasse. Se competono nel mondo, assumono in Emilia. Non è difficile da capire. Se vogliono aiutare Bonaccini facciano un emendamento con noi in Senato sulla plastica e sulle auto aziendali, non facciano un'altra foto dei leader".

La questione migranti

Un altro tema delicato è quello del rinnovo degli accordi Italia-Libia. Una questione su cui non è stata richiesta un'opinione a Italia Viva, secondo quanto riporta Renzi: "Ma anche stavolta non abbiamo fatto polemica. Se si vuole fare davvero una politica di contenimento dell'immigrazione si deve andare in Africa con un progetto serio, europeo. Ci stanno lavorando vari soggetti privati, a cominciare da Eni e della cooperazione internazionale. Ma non basta. Occorre riprendere il grande progetto Africa che lanciammo a Malta nel novembre 2015 e che ancora stenta a partire: in Africa l'Europa dorme e la Cina investe. Quanto al memorandum: quando ero premier non ho voluto firmare un documento analogo perché non lo condividevo. Rispetto chi lo ha firmato e chi lo rinnova. Spero che le modifiche decise dal premier siano sostanziali perché le testimonianze che arrivano dai lager libici sono inequivocabili. Conte dice che tutto cambierà: abbiamo il dovere di credergli".

E infine, Renzi commenta l'astensione del centrodestra sul voto per una Commissione, voluta da Liliana Segre, contro gli atti discriminatori e la diffusione dell'odio. E criticando la decisione, ne approfitta per aprire a chi non si riconosce più in quella destra: "Su questo voto Forza Italia ha scritto una brutta pagina della sua storia. Ma rispetto il travaglio di chi soffre vedendo Berlusconi inseguire Salvini in una deriva incompatibile con il popolarismo europeo. Qualcuno verrà con noi? Forse, ma non tiro per la giacchetta nessuno: saranno loro a decidere. Italia Viva è una piccola start-up che si propone di cambiare la politica assorbendo consenso sia dal Pd che dai Cinque Stelle che dalla destra. Chi sta con noi ha un profilo liberale e riformista, mette al centro la persona umana e i suoi valori, rifiuta il giustizialismo. noi siamo gli eredi di Ventotene. Siamo per una società aperta, basata sul merito e non sulla rendita. Chi ha questi valori, non può stare con i sovranisti. Vale per chi ha creduto in Forza Italia ma anche per chi ha creduto nel Pd o in Cinque Stelle. È tempo di scrivere una storia nuova".

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