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Referendum 2025

Referendum, ora Forza Italia vuole raddoppiare fino a un milione le firme per richiederlo

Dopo il flop dell’affluenza al referendum, si riapre il dibattito sulla necessità di rivedere le regole che lo disciplinano. Oggi FI ha depositato in Senato un ddl per raddoppiare a 1 milione le firme necessarie e per portare da 5 a 10 il numero dei Consigli regionali che possono richiederlo.
A cura di Giulia Casula
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Il flop dell'affluenza al referendum ha riaperto il dibattito sul quorum e più in generale sulle regole che disciplinano l'istituto referendario, tra cui il numero di firme previste per poterlo richiedere. Il gruppo di Forza Italia al Senato ha presentato oggi un disegno di legge per aumentare le sottoscrizioni necessarie dalle attuali 500mila a un milione, raddoppiandole.

Il testo depositato dai senatori azzurri consiste in una proposta di modifica del primo comma dell'articolo 75 della Costituzione, che regola il referendum abrogativo. Per esser indetto quest'ultimo deve essere richiesto o da 500mila elettori, tramite una raccolta firme, o da cinque Consiglio regionali. La proposta di Forza Italia è di raddoppiare sia il numero delle firme, portandole a 1 milione, che quello delle assemblee legislative regionali, che diverrebbero in tutto dieci.

"Si tratta di rafforzare e di non banalizzare uno strumento di democrazia il cui abuso può portare al fallimento", ha commentato il capogruppo di FI a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri. "In questo modo, diamo concretezza -si legge in una nota- alle indicazioni politiche che anche ieri il nostro segretario nazionale, Antonio Tajani, ha espresso. Non vogliamo certamente superare uno strumento di partecipazione democratica, ma vogliamo che sia supportato da un più ampio sostegno, soprattutto oggi che, con le nuove tecnologie, la raccolta delle firme è molto facilitata".

Di fronte all'ennesimo referendum che non ha raggiunto il quorum – nonostante la raccolta firme fosse parsa un successo – la riflessione sembra obbligata. . In questo modo ci si adeguerebbe alla volontà reale del Paese, perché se raccogli un milione di firme vuol dire che c'è un reale radicamento di consenso, che è anche una pre-verifica. Altrimenti con 500mila firme elettroniche si farebbero anche 10 referendum ogni primavera", sostiene Gasparri.

Ieri sera a domanda puntuale sulla questione, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva detto che non ci fosse "nessuna iniziativa concreta mirata su questo". "Se ne è discusso ma non nel governo", aveva aggiunto. Evidentemente la discussione accelerato rapidamente nel centrodestra che ora vuole riscrivere i paletti previsti per la richiesta di un referendum abrogativo, rendendoli più stringenti.  "Una volta raggiungere 500mila firme era un'impresa faraonica con i banchetti oggi con gli strumenti digitali e' molto facile proporre e accedere a questo strumento. Anche qui è' legittimo che la politica trovi una composizione", è stato l'auspicio del capo del Viminale.

Anche il leader di Noi moderati Maurizio Lupi è d'accordo a cambiare le regole. "Il referendum è uno strumento importante che non va svilito. Per questo presentiamo una proposta di legge per alzare a un milione le firme necessarie per promuoverne uno, anche alla luce della raccolta online che ha semplificato le procedure", ha dichiarato in una nota.

Dall'altra parte, nel centrosinistra c'è chi chiede di abbassare se non addirittura eliminare definitivamente il quorum, oramai un ostacolo per il ricorso effettivo al referendum, che diventa così inutilizzabile. "Anche portando a un milione le firme per indirlo con un quorum al 50%+1 non ci si arriva mai", osserva il sindaco di Milano Beppe Sala che suggerisce di abbassare la soglia al 40%.

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