Referendum, Di Maio: “Sento odore di brogli elettorali, siamo pronti al ricorso”

Il dibattito referendario, a poco meno di due settimane dal voto, si fa sempre più incandescente, con scambi di accuse e insulti provenienti da ogni fronte. Dal termine accozzaglia utilizzato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi per descrivere il comitato del No fino alle accuse di brogli elettorali avanzate dal Movimento 5 Stelle, la campagna elettorale ogni giorno si incentra più che sul merito, sulle insinuazioni più o meno velate lanciate dalle varie parti in causa.
E questa mattina è stato il turno del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che durante un'intervista concessa alla trasmissione Agorà Rai Tre, ha lanciato l'allarme brogli, già paventato dalla parlamentare nazionale Paola Taverna poche settimane fa: "Sento odore di brogli, abbiamo visto più volte che ci sono stati e potrebbero esserci anche in questo caso. Abbiamo chiesto un osservatorio sulle nostre modalità di voto. E siamo pronti a ricorsi su tutto il territorio nazionale nel momento in cui ci dovessero essere dei brogli", ha dichiarato pubblicamente Di Maio, lasciando intendere che il Movimento potrebbe prendere alcune precauzioni qualora si dovessero verificare situazioni anomale. Di Maio, inoltre, è tornato sulla polemica relativa "all'accozzaglia" del comitato del No, replicando al presidente del Consiglio che pochi giorni fa ha utilizzato questo termine ritenuto dispregiativo per definire il fronte contrario alla riforma costituzionale: "Noi siamo ‘accozzaglia'? Il governo di Renzi è accozzaglia. Il premier eviti di fare la morale e guardi a casa sua. Se vince il No il Parlamento è attrezzato per fare una nuova legge elettorale in due-tre settimane, poi si vada a votare. Se la legge elettorale deve diventare la scusa per tirare a campare fino al 2018 non ci stiamo", ha sottolineato il vicepresidente della Camera.
In diretta su Rainews24, il governatore della Toscana Enrico Rossi ha cercato di replicare alle affermazioni di Di Maio sostenendo che "purtroppo alla fine avremo un Paese dilaniato e diviso che dovrà essere ricucito qualunque sia l'esito del referendum. Ma per quanto riguarda i ricorsi post-referendum e il rischio brogli "o c'è un'evidenza per cui la truffa è stata così grave, e quindi ha inciso e ha determinato il voto, oppure se l'espressione dei cittadini e chiara è limpida, io credo che bisogna accettare il risultato elettorale, anche perché questa è una delle poche certezze che i cittadini possono avere. Ci sono tanti casi nei quali il voto si è spostato per decine di migliaia di cittadini che hanno votato in un modo o in un altro ma poi dopo è giusto che si lascino da parte le carte da bollo se possibile", ha concluso il governatore del Partito Democratico.