Referendum 8 e 9 giugno, i risultati definitivi con la mappa del voto in Italia

I circa 14 milioni di elettori che tra domenica e lunedì si sono recati alle urne non sono bastati a raggiungere il quorum per i cinque referendum su cittadinanza e lavoro. L'affluenza complessiva si è fermata al 30,5% (leggermente più bassa, al 29,8% se si tiene conto anche del dato degli italiani all'esterno) ed è stata omogenea per tutti e cinque i quesiti. Emilia-Romagna e Toscana si confermano le Regioni che sono riuscite a portare al voto più cittadini (rispettivamente il 38,1% e 39%), mentre il Sud si è attestato complessivamente al di sotto della media nazionale, salvo singole eccezioni come la Basilicata dove l'affluenza ha raggiunto il 31,2%. Vediamo i risultati definitivi e come si è votato Regione per Regione.
Referendum 2025, i risultati definitivi dell'affluenza regione per regione
Come detto, nonostante gli appelli di alcune forze politiche a distinguere i voti per i cinque quesiti tra No e Sì o a non ritirare singole schede, alla fine l'affluenza è stata la stessa per tutti. Nello specifico, la piattaforma del Ministero dell'interno riporta il 30,58% per i primi tre quesiti e il 30,59% per quello su sicurezza negli appalti e cittadinanza. Insomma, percentuali pressoché identiche.
A livello territoriale invece, ci sono delle differenze tra Nord e Sud, che in parte ricalcano uno schema ormai noto e a cui assistiamo a ogni grande consultazione nazionale, referendaria o elettorale. Nelle Regioni del Nord infatti, l'affluenza si è attestata su numeri più alti rispetto al Sud, anche se con alcune distinzioni come nel caso di Valle D'Aosta e Trentino Alto-Adige o di Veneto e Friuli Venezia Giulia (vicine all'area leghista o comunque del centrodestra). In Toscana ed Emilia-Romagna, storicamente legate al Partito democratico, la partecipazione è stata decisamente più forte che in tutte le altre Regioni. Ecco i numeri dell'affluenza Regione per Regione:
- Abruzzo: 29,7%
- Basilicata: 31,2%
- Calabria: 23,7%
- Campania: 29,8%
- Emilia Romagna: 38,1%
- Friuli Venezia Giulia: 27,5%
- Lazio: 31,8%
- Liguria: 35%
- Lombardia: 30,7%
- Marche: 32,6%
- Molise: 27,6%
- Piemonte: 35,2%
- Puglia: 28%
- Sardegna: 27,7%
- Sicilia: 23%
- Toscana: 39%
- Trentino Alto-Adige: 22,7%
- Umbria: 31,1%
- Valle d'Aosta: 29%
- Veneto: 26,2%
La mappa del voto in Italia: dove si è votato sì e dove si è votato no
Per quanto riguarda la risposta ai quesiti, quelli sul lavoro hanno raccolto più o meno gli stessi numeri tra Sì e No, per una media di oltre 8 elettori che hanno risposto Sì all'abrograzione delle norme su licenziamenti illegittimi, contratti a termine e sicurezza negli appalti. Diversamente, il quesito cittadinanza ha incassato molti meno sì (poco più di sei elettori su dieci). Nel dettaglio: l'89% ha risposto sì al primo quesito sul reintegro in caso di licenziamento illegittimo; il secondo, sul limite alle indennità in caso di licenziamento ha raccolto l'87,6% dei sì; al terzo, quello sui contratti a termina, l'89% ha detto sì mentre a quello sulla responsabilità in caso di infortuni sul lavoro i sì hanno raggiunto l'87,3%. Alla richiesta di dimezzare i tempi per richiedere la cittadinanza invece, solo il 65,4% si è detto favorevole.
Il quadro risulta abbastanza uniforme a livello regionale, con alcuni distinguo come ad esempio in Friuli Venezia Giulia dove i no al quesito sulla cittadinanza hanno raggiunto il 38% (contro il 62% dei favorevoli), o in Veneto dove i contrari a riformare la legge sulla cittadinanza sono stati addirittura il 39,4% rispetto al 60,6% che ha votato sì. In Umbria invece, hanno stravinto i sì nei cinque quesiti: per il quesito reintegro licenziamenti illegittimi i sì sono stati il 90,06% e i no il 9,94; per licenziamenti e limite indennità 88,5% al si e 11,5% al no; per tutela contratti a termine si 88,9% e no 10,2%; per responsabilità infortuni sul lavoro si 88,11% e no 11,89%; per il quesito cittadinanza italiana per si il 64,61% dei votanti e per il no il 35,39%.
In Toscana invece, dove l'affluenza è stata la più alta, il sì si attesta all'89,55% sul primo quesito; sul quesito dei licenziamenti e il limite delle indennità i sì raggiungono l'88,2% contro l'11,8% dei no ; sulla tutela dei contratti a termine i sì toccano l'89,47% contro il 10,53% di no; sul quesito relativo alla responsabilità delle imprese appaltanti negli infortuni sul lavoro i sì raggiungono l'88,6% contro l'11,4% dei no; sul dimezzamento dei tempi per l'ottenimento della invece, il fronte dei favorevoli si limita a raccogliere il 67% contro il 33% dei contrari.