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Reddito di libertà, da oggi si può fare domanda per i 500 euro: requisiti e come richiederlo

A partire da oggi, lunedì 12 maggio, si riapre la finestra per presentare domanda per il reddito di libertà, da 500 euro al mese per le donne vittime di violenza assistite da servizi sociali e centri antiviolenza. Dai requisiti a come fare richiesta, ecco cosa c’è da sapere.
A cura di Giulia Casula
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Immagine di repertorio
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A partire da oggi, lunedì 12 maggio, è possibile fare domanda per il reddito di libertà, il sussidio da 500 euro al mese destinato alle donne vittime di violenza assistite da servizi sociali e centri antiviolenza. La richiesta va presentata al Comune e la procedura sarà gestita dall'Inps. Non sono previsti requisiti di reddito ma l'assegnazione del contributo proseguirà fino ad esaurimento delle risorse messe a disposizione dal governo. Ecco cosa c'è da sapere.

Come funziona il reddito di libertà

Il reddito di libertà consiste in uno strumento riservato alle donne vittime di violenza, che si trovano in condizioni di disagio economico e che sono seguite da centri antiviolenza o servizi sociali. Il contributo può arrivare fino a 500 euro ed è versato – in un' unica soluzione – per un massimo di dodici mensilità. L'intento è quello di aiutare le donne in difficoltà ad uscire da contesti di violenza e a riprendere in mano la propria vita.

Chi può richiederlo

Come detto si tratta di una misura riservata esclusivamente alle donne vittime di violenza. Il requisito principale è l'assistenza da parte di centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e servizi sociali. Per il resto, non sono previsti limiti di reddito, né altri requisiti legati al numero dei figli o alla provenienza delle richiedenti. Naturalmente, chi fa domanda dovrà trovarsi in Italia, ma non è necessario essere cittadine italiane.

Come fare domanda e quando: le scadenze

Da oggi si riapre la finestra per richiedere il reddito di libertà dopo la prima tranche che si era chiusa lo scorso 18 aprile. Chi aveva presentato domanda lo scorso anno ma si è vista rifiutare il contributo a causa dell'esaurimento dei fondi ha potuto ripresentarla entro ha avuto la possibilità di ripresentare la richiesta entro quella data. Ora dunque, non dovrà rifarlo e anzi, godrà di una corsia preferenziale rispetto a chi effettuerà la richiesta a partire da oggi. Chi non riceverà l'assegno quest'anno comunque, potrà riprovare l'anno prossimo, dal 1° gennaio 2026.

Le domande restano valide fino al 31 dicembre 2025: una volta elaborate dall'Inps e verificato il rispetto dei requisiti, si procederà all'erogazione del contributo fino alla fine dei fondi. Per fare richiesta basta compilare con dati anagrafici e il proprio Iban il modulo apposito reperibile sul sito dell'Inps. Oltre a queste informazioni, serviranno le attestazioni del referente del centro antiviolenza e dell'assistente sociale che confermino la condizione di disagio della donna e l'inserimento della richiedente in un percorso di fuoriuscita dalla violenza. I documenti andranno inviati al Comune che assegnerà un codice univoco alla domanda e si occuperà di gestire la procedura assieme all'Inps. Se l'esito sarà positivo, chi ha fatto richiesta riceverà una comunicazione da parte dell'Istituto, che successivamente procederà al pagamento.

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