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Reddito di cittadinanza, crollano le domande e il numero di beneficiari torna a livelli pre-Covid

Il reddito di cittadinanza, che sparirà tra qualche mese, sembra entrato in una fase di calo definitivo. Il governo Meloni ha chiarito le misure che lo sostituiranno e, probabilmente anche per la sfiducia e i continui annunci e cambi di regole, le domande per avere il Rdc sono crollate.
A cura di Luca Pons
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Con la riforma del governo Meloni per cancellare il reddito di cittadinanza ormai ufficiale – anche se deve passare all'esame del Parlamento – le domande per ottenere il sussidio sono calate bruscamente. Secondo i dati dell'Inps, ad aprile sono 956mila le famiglie che hanno incassato l'assegno: meno di un milione per la prima volta da tempo, in particolare da prima della pandemia da Covid-19 che ha fatto impennare le richieste.

Rdc, il numero di beneficiari torna a livelli pre-Covid

Dal febbraio del 2020, infatti, il numero di beneficiari è sempre stato sopra questa soglia. Il calo è stato brusco negli ultimi mesi: a dicembre 2022, erano circa 240mila in più le famiglie che ricevevano il reddito. L'attuale cifra è la metà degli 1,8 milioni di famiglie che l'hanno avuto nel 2021, l'anno di picco della misura, ed è circa il 30% in meno di quando il Rdc era alla sua massima espansione in termini di beneficiari in contemporanea. Attualmente, il 67% dei beneficiari è al Sud o nelle Isole, con un assegno medio da 601 euro al mese, mentre nelle altre zone d'Italia i percettori sono di meno e con un assegno medio più basso.

Calano anche le domande, più di 100mila in meno

Probabilmente anche a causa della sfiducia nella misura dovuta alle politiche del governo Meloni, sono calate moltissimo anche le domande di accesso al reddito. Nei primi quattro mesi del 2023 sono state solamente 366mila. Erano state 485mila, nello stesso periodo del 2022. Anche nelle Regioni con il più alto tasso di richieste c'è stata una forte diminuzione: lo dimostra la Campania con un -22%, e la Sicilia con un -19%.

Le misure che sostituiranno il reddito di cittadinanza

D'altra parte, le regole nelle ultime settimane sono state poco chiare. Chi richiede il reddito di cittadinanza nel 2023 lo può avere al massimo per sette mesi, quindi ad esempio da gennaio a luglio, da febbraio ad agosto e così via, ma da settembre partirà il Supporto per la formazione e il lavoro, dedicato alle famiglie senza minorenni e over 60 né persone con disabilità, a patto che si inseriscano in un percorso di formazione e abbiano un Isee al di sotto dei 6mila euro. L'assegno sarà più basso (350 euro) e limitato nel tempo, per 12 mesi non rinnovabili.

Da gennaio avrà il via poi l'Assegno di inclusione, con una platea piuttosto ristretta e che svantaggerà soprattutto i nuclei familiari composti da una sola persona, cioè le persone single con il reddito: oggi sono 446mila, il 46% del totale, ma l'Adi favorirà le famiglie con molti figli (a condizione che ci sia almeno un minorenne, o un over 60, o una persona con disabilità).

Il governo sta certamente iniziando ad avere successo nel suo scopo di risparmiare sulle misure contro la povertà: ad aprile, la spesa per il Rdc è stata di 515 milioni di euro. Erano stati 564 milioni a marzo e 625 milioni a gennaio. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, i fondi erogati dall'Inps sono stati quasi un miliardo di euro in meno

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