Reato abuso d’ufficio, figuraccia di Nordio in Ue: dice che non c’è nella direttiva anticorruzione ma sbaglia

L'accordo raggiunto in Europa tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla nuova direttiva Ue sull'anticorruzione diventa motivo di scontro tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il leader del M5s Giuseppe Conte, a proposito del possibile ritorno in Italia del reato d'abuso d'ufficio, abrogato dal governo Meloni nel 2024. L'accordo sulla direttiva è arrivato all'indomani del nuovo scandalo corruzione scoppiato a Bruxelles, che ha coinvolto l'ex Alta rappresentate Ue, Federica Mogherini, accusata di frode, che oggi si è dimessa da rettore del Collegio d'Europa.
La discussione verte sul fatto che nel testo della direttiva, che gli Stati saranno chiamati a recepire entro due anni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è stato inserito un articolo, che prevede l'introduzione obbligatoria del reato di esercizio illecito di funzione pubblica, cioè l'equivalente dell'abuso d'ufficio che è stato cancellato in Italia.
Con il governo Meloni è stato infatti eliminato il reato, previsto dall'articolo 323 del Codice penale, che puniva chi, in qualità di pubblico ufficiale, abusava del suo potere per procurare a sé o a altri un ingiusto vantaggio oppure un danno. L'articolo della direttiva dice che gli Stati membri sono chiamati ad adottare le misure necessarie affinché almeno alcune "gravi violazioni della legge nell'esecuzione o nell'omissione di un atto da parte di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni siano punibili come reato, se commesse intenzionalmente. Gli Stati membri hanno la facoltà di individuare le categorie di pubblici ufficiali ai sensi della presente direttiva che rientrano nell'ambito di applicazione personale di tale reato". Ed è quest'ultima frase che è stata oggetto di trattativa: il compromesso è stato raggiunto grazie all'intervento della Danimarca, che ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, e che ha voluto ammorbidire leggermente il testo affinché anche l'Italia potesse dare l'ok al mantenimento del reato d'abuso d'ufficio.
Secondo il ministro della Giustizia Nordio, però, il reato di abuso d'ufficio sarebbe stato in verità stralciato dal testo della direttiva. L'esponente del governo fornisce la sua interpretazione in una nota: "La direttiva sull'anticorruzione è stata approvata il 2 dicembre accogliendo le istanze dell'Italia, sostenute dalla maggioranza degli altri Stati membri. Alla fine, il reato di abuso d'ufficio, originariamente previsto, è stato completamente stralciato. Hanno evidentemente convinto le nostre argomentazioni: l'Italia ha altri e molti reati (più di 17 fattispecie) che combattono i comportamenti illeciti dei pubblici funzionari", ha detto in un comunicato.
"Sorprende che un esponente dell'opposizione, che è anche un giurista, possa storpiare la narrazione dei lavori della Commissione. Dovrebbe essere noto a tutti – ha aggiunto Nordio – che è stato chiesto agli Stati membri di indicare quali reati, nel loro ordinamento, criminalizzano già condotte gravi dei pubblici ufficiali. La direttiva, quindi, mette in cantina il delitto di abuso come norma prevista dall'UE di ‘default': agli Stati, invece, scegliere quali reati già vigenti realizzano gli obiettivi di difesa della legalità. Proprio la completa eliminazione della norma dell'abuso d'ufficio dalla direttiva e il ‘mandato agli Stati membri' per indicare reati già esistenti nei loro sistemi, testimonia la credibilità della posizione italiana che, come detto, ha incassato il largo sostegno anche degli Stati membri del Consiglio. Svanito, dunque, l'obbligo di reintrodurre l'art. 323 c.p.", secondo il ministro.
A replicare al Guardasigilli Nordio è stato Giuseppe Antoci, che era uno dei relatori del provvedimento e ha seguito da vicino i negoziati: "Stupiscono le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio per la confusione giuridica e l’assenza di una rigorosa analisi del testo sulla direttiva anticorruzione approvato dalle Istituzioni europee. L’articolo 11 del testo prevede l’obbligo di recepire il reato di ‘esercizio illecito di funzione pubblica' proprio il nostro ex abuso d’ufficio nell’ordinamento giuridico italiano, una valutazione confermata dai servizi giuridici del Parlamento europeo che dice testualmente: ‘vi sarà obbligo di dare attuazione attiva all'articolo 11 nell’ordinamento giuridico italiano'", ha sottolineato l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle che nel frattempo ha chiesto un parere legale ai servizi giuridici del Parlamento Ue.
"Sarà comunque mia premura inviare questo parere legale al Ministro. L’unica differenza riguarda l'ambito di applicazione del reato, per il quale si concedono maggiori margini di manovra agli Stati membri. È grave che per uscire dall’angolo in cui è finito il Ministro Nordio confonda il reato di corruzione con quello di esercizio illecito della funzione pubblica. La verità è che in Consiglio su questo testo l’Italia è rimasta isolata. In fase di negoziato il Parlamento europeo ha concesso alla Germania la possibilità di lasciare agli Stati membri chi individuare come pubblici ufficiali, accettando l’obbligatorietà del reato di abuso d’ufficio. Il Ministro Nordio inizi a lavorare sulla proposta da portare al Parlamento italiano per recepire questa direttiva una volta approvata. Sulla lotta alla corruzione e sulla legalità non si possono ammettere pressapochismi".