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Manovra 2026

Quanto aumenta il prezzo delle sigarette nel 2026 e quando scatteranno rincari più salati

La manovra 2026 prevede aumenti da circa 40 centesimi in tre anni per i pacchetti di sigarette, e maggiori per il trinciato. Uno dei motivi per cui il governo ha deciso di alzare le accise è che è in lavorazione una direttiva europea che richiederà di alzare parecchio le accise sul tabacco: in questo modo, i rialzi saranno graduali.
A cura di Luca Pons
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Per la legge di bilancio 2026 il governo Meloni ha cercato di fare cassa come può, e una delle modalità che ha scelto è l'aumento delle accise sulle sigarette. Questo incremento porterà a pagare circa 14-15 centesimi in più a pacchetto l'anno prossimo (qui le tabelle complete dei nuovi prezzi). Il rincaro colpirà anche il tabacco trinciato, i sigaretti e il tabacco riscaldato.

La misura ha l'obiettivo di portare più entrate allo Stato, naturalmente: si stima che porterà quasi un miliardo e mezzo di euro in tre anni. Ma in parte serve anche a fare in modo che il prezzo delle sigarette salga gradualmente, senza ‘shock', nei prossimi anni: l'Unione europea, infatti, sta lavorando su una direttiva che porterebbe a rincari importanti sulle sigarette, alzando le accise minime sul tabacco.

Di quanto aumenta il prezzo di sigarette, sigarette elettroniche e tabacco trinciato nel 2026

I numeri dell'aumento di prezzo delle sigarette sono quelli messi nero su bianco nella manovra 2026, nel testo ufficiale ma non definitivo che è stato inviato al Parlamento, e adesso potrà essere modificato fino al 31 dicembre. Si parla di accise che vanno a 32 euro al chilo nel 2026, poi a 35,50 euro nel 2027 e 38,50 euro nel 2028.

Concretamente questo significa un prezzo che sale di 14-15 centesimi in media l'anno prossimo, poi di 10-12 centesimi nel 2027 e altri 13-14 centesimi nel 2028. Si parla sempre di prezzo teorico, dato che ogni azienda può decidere come gestire l'aumento delle accise e il prezzo finale dei pacchetti.

Il tabacco trinciato va incontro a rincari più significativi: per un pacco da 30 grammi, circa 50 centesimi in più dal 2026, poi altri 10-15 centesimi nel 2027 e più o meno la stessa somma nel 2028. Nel complesso, quindi, tra tre anni bisognerebbe pagare circa 80 centesimi in più per un pacchetto.

Vedranno un aumento anche i sigaretti – circa 28 centesimi in più dal 2026, poi 10-11 centesimi in più in ciascuno dei due anni successivi – e il tabacco riscaldato, che è in rapida diffusione: 12-13 centesimi in più l'anno prossimo, poco meno di 10 centesimi di aumento nel 2027 e 2028. Nessun cambiamento per i sigari. Le sigarette elettroniche, al contrario, vedranno una diluizione degli aumenti nel tempo: si arriverà nel 2028 al prezzo che avrebbe dovuto scattare già nel 2026.

Cosa dice la direttiva Ted dell'Ue sulle accise su sigarette e tabacco

Come detto, in parte questi aumenti servono anche per preparare il terreno a una nuova normativa su cui sta lavorando l'Unione europea. Si parla della cosiddetta direttiva Ted, una norma che dovrebbe modificare – dopo anni – le accise europee sul tabacco.

La riforma è stata proposta ufficialmente quest'estate. La norma, per come è scritta al momento nel testo ufficiale presentato dalla Commissione europea al Consiglio europeo (formato da tutti i capi di Stato o di governo dell'Ue), prevederebbe dei cambiamenti importanti.

L'imposta minima dovrà essere di 215 euro ogni mille sigarette. Oggi, in Italia, per le sigarette c'è un'accisa da 29,50 euro ogni mille e in più una componente variabile, che vale il 49,5% del prezzo di vendita. Si prevede, in più, che la tassazione minima – includendo accise e Iva – sia di 209,30 euro per ogni mille sigarette.

Per il tabacco trinciato, l'accisa minima oggi è di 148,50 euro al chilo. Come detto, nei prossimi anni il governo la alzerà: nel 2028 arriverà a 169,50 euro al chilo. La direttiva europea prevede che salga a 215 euro al chilo. In alternativa, l'accisa minima potrà essere pari al 62% del valore di vendita, mentre oggi è pari al 60%.

Quando entrano in vigore i rincari dell'Ue

L'entrata in vigore della direttiva potrebbe quindi portare dei rincari più significativi di quelli annunciati dal governo. La stima dell'Ue è che, con le nuove accise, gli incassi dei 27 Stati membri aumenterebbero di circa 14 miliardi di euro all'anno, nel complesso.

Va detto, però, che i tempi sono ancora piuttosto lunghi e il testo non è definitivo. I governi stanno discutendo della proposta, e potrebbero arrivare a dei compromessi limitando l'aumento dei prezzi.

Per quanto riguarda le tempistiche, ci si aspetta che il testo sia approvato l'anno prossimo. Se così fosse, entro la fine del 2027 tutti gli Stati dovranno adottare le norme necessarie ad applicare la direttiva, mettendola in atto dal 1° gennaio 2028. Ma attenzione: ci sarebbe comunque un periodo di transizione fino al 1° gennaio 2031 con aumenti graduali.

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