Quando partono i lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina, Salvini fa una nuova previsione

Il 12 luglio 2025. Questa è la nuova data da tenere d'occhio per capire se, stavolta, la previsione fatta dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini sul ponte sullo Stretto di Messina si avvererà. "Dal 4 al 12 luglio sarò a Osaka; al ritorno mi piacerebbe il timbro finale", ha detto oggi ai giornalisti. Il "timbro" è quello del Cipess, il comitato interministeriale che deve approvare il progetto definitivo dell'opera. Allargandosi un po', Salvini ha detto che "dovrebbe arrivare entro il mese di luglio". Poi ha specificato: "Di questo anno, non nel 2026 o il 2027".
La battuta è adatta, perché da anni il ministro fa previsioni e stime temporali che poi, puntualmente, cadono nel vuoto. A gennaio 2023, quando il governo era in carica da poche settimane, disse che si augurava che la prima pietra sarebbe stata posata "entro due anni". Non si contano i rinvii che sono arrivati successivamente: mese dopo mese, Salvini ha dovuto spostare più in là la data di inizio dei lavori.
"L'obiettivo è aprire i cantieri, dopo 52 anni di parole, nell'estate dell'anno del Signore 2024", aveva detto a settembre 2023. Poi è diventata la primavera del 2025. E invece siamo arrivati all'estate, e si parla ancora dell'approvazione per il progetto finale. Nelle ultime settimane si è parlato più degli scontri con il Quirinale per i controlli antimafia sul Ponte che di cantieri veri e propri.
Il via libera del Cipess è atteso almeno dall'inizio dell'anno (ma il ministero di Salvini l'aveva previsto entro la fine del 2024). A gennaio il ministro diceva che l'approvazione sarebbe arrivata "nelle prossime settimane". A maggio aveva aggiornato ancora la stima: "L'avvio dei cantieri è estate 2025, se entro fine giugno si approva il progetto".
Inutile dire che la scadenza è passata. Ora si punta all'approvazione "nel mese di luglio". E Salvini ha affermato oggi che "partire con i pre-cantieri, le bonifiche e le indagini archeologiche già da questa estate è un passo concreto".
"Questo non è solo un ponte: è un'opera strategica nazionale ed europea, che inserisce Sicilia e Calabria nel grande anello dell'alta velocità, collegando Palermo a Berlino", ha insistito il ministro, che sembra aver puntato molta della sua credibilità politica sulla riuscita del progetto. "L'opera prevede sei corsie stradali e due binari ferroviari, collegherà Sicilia e Calabria con tempi di percorrenza rivoluzionati: da 180 minuti per i treni merci a quindici minuti", ha promesso.
Per quanto riguarda i costi, "i 13,5 miliardi del progetto sono già finanziati per intero. Saranno coinvolte migliaia di aziende, con 120mila unità di lavoro attivate complessivamente". E "il Ponte è solo metà dell'investimento: l'altra metà sono le opere stradali e ferroviarie di adduzione". Resta il fatto, però, che anche se i soldi sono stanziati sembra impossibile prevedere davvero quando effettivamente i lavori partiranno.
"Il governo continua a tagliare investimenti nei trasporti pubblici per finanziare il Ponte sullo Stretto", ha attaccato oggi Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi-Sinistra. "Un'opera ideologica, costosa e inutile, che sottrae risorse a ciò che serve davvero: manutenzione, sicurezza, puntualità". Dal Movimento 5 stelle, il senatore Luigi Nave ha commentato, criticando la gestione del ministro dei ritardi sui treni: "Siamo nel momento dell’anno in cui sui nostri treni c’è il massimo afflusso di turisti, e grazie a Salvini inanelliamo figure barbine con cadenza quotidiana. Del resto, come si può dar credito a un signore che oggi annuncia per il ponte sullo Stretto il passaggio al Cipess entro il mese di luglio, quando solo un mese fa si era detto certo che sarebbe avvenuto entro giugno?".