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Prodi: “Con questo governo l’Italia rischia di diventare una democrazia illiberale”

Romano Prodi in un’intervista, critica l’atteggiamento del governo: “Penso alla scena dei ministri grillini affacciati al balcone di Palazzo Chigi. Di Maio ha scritto: ‘Da quel balcone si sono affacciati per anni gli aguzzini degli italiani’. Noi non ci siamo mai affacciati al balcone. Dove c’è l’istituzione non ci si affaccia al balcone”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Romano Prodi, intervistato dal Corriere della Sera lancia l'allarme: sulla scia dell'Ungheria di Orban, l'Italia rischia di diventare una democrazia illiberale: "È un rischio che corriamo. Ci troviamo infatti – dice l'ex premier ed ex presidente della Commissione Ue – nel caso in cui chi ha avuto il mandato popolare pensa di avere diritto a fare o a dire qualunque cosa. Come se l'elezione portasse in dote la proprietà del Paese. È una deviazione non solo italiana. Penso alla Polonia e all'Ungheria, così vicina al cuore di Salvini. Penso alla scena dei ministri grillini affacciati al balcone di Palazzo Chigi".

"Commentando e diffondendo quelle immagini – spiega Prodi – Di Maio ha scritto: ‘Da quel balcone si sono affacciati per anni gli aguzzini degli italiani'. Veramente noi non ci siamo mai affacciati al balcone. Dove c'è l'istituzione non ci si affaccia al balcone".

A proposito della manovra e del Def, sottolinea che, stando ai primi annunci da parte dell'Esecutivo, ci sono state delle provocazioni: "I numeri non sono sacri. Bisogna avere un deficit di bilancio quando c'è bisogno di deficit e un surplus quando c'è bisogno di surplus", "mi è sembrata invece una inutile provocazione di Lega e 5 Stelle il deficit di 2,4% per tre anni, annunciato in prima battuta": "un voluto messaggio provocatorio", secondo il professore, "che hanno poi dovuto correggere". Ma, sostiene, "questa è una manovra a breve", cioè con "effetti solo nell'immediato, utile soprattutto per le prossime europee". Elezioni per le quali, a sinistra, Prodi vedrebbe bene uno schieramento di "socialisti, liberali, Verdi e macronisti", con un'idea comune di Europa. "un'alternativa sarebbe possibile".

E sulla possibilità che si torni presto alle urne si mostra scettico: "L'alleanza tra 5 Stelle e leghisti è sufficiente a garantire la divisione delle spoglie". L'uscita dell'Italia dall'euro invece "sarebbe assurdo e folle. Ma, tra i decessi, esiste anche una certa percentuale di suicidi. Anch'io ho criticato più volte l'Europa, però per mostrare i muscoli bisogna averli".

Parlando invece del Pd Prodi avverte che "la differenziazione ancora esistente e così netta tra potere formale e potere reale nel partito non fa altro che disorientare l'elettore. È incredibile che mentre il segretario chiude la festa a Ravenna, il potere reale faccia il discorso a Firenze". E poi, a proposito di Renzi Prodi chioede che faccia un passo avanti o un passo indietro: "Veda lui. L'importante è sciogliere questa ambiguità".

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