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Processo Ruby, i giudici respingono le eccezioni dei legali di Berlusconi: il processo resta a Milano

I giudici di Milano hanno rigettato le eccezioni avanzate dai legali di Berlusconi in merito al processo Ruby. Nel processo in questione il Cavaliere è imputato per concussione e prostituzione minorile.
A cura di Alfonso Biondi
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Karima el-Mahroug

Il processo Ruby resta a Milano, a meno che la Corte Costituzionale non deciderà diversamente. I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano hanno infatti respinto le 16 eccezioni presentate dagli avvocati di Berlusconi che chiedevano l' incompetenza funzionale e territoriale dei magistrati del capoluogo lombardo. Nel processo in questione il Presidente del Consiglio è imputato per concussione e prostituzione minorile.

NON ALL'INCOMPETENZA FUNZIONALE- I magistrati di Milano hanno ribadito che Berlusconi non va giudicato dal Tribunale di Ministri, così come richiesto dai suoi legali. Nell'ordinanza letta prima del dibattimento odierno, i giudici hanno citato a tal proposito l'articolo 3 della Costituzione e il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Il collegio di magistrati ha poi spiegato che non si può giungere alla "errata conclusione" che i reati commessi da un membro del governo, ma con abuso della sua qualifica, sono commessi nell'esercizio delle funzioni di governo. Scontentati quindi i legali di Berlusconi che avevano chiesto il proscioglimento del loro assistito o che gli atti venissero inviati al Tribunale dei Ministri (nel caso si fosse ritenuto che il premier avesse "agito come pubblico ufficiale" durante la telefonata in Questura la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010). Alla base della richiesta, ancora una volta il convincimento di Berlusconi che Ruby fosse la nipote di Mubarak.

NO ALL'INCOMPETENZA TERRITORIALE- E il collegio presieduto da Giulia Turri ha respinto anche l'eccezione di incompetenza territoriale, quella che, per intenderci, aveva l'obiettivo di spostare il processo a Monza.  I legali del Cavaliere sostenevano che il loro assistito dovesse essere giudicato dal Tribunale di Monza dal momento che la villa di Arcore si trova nella giurisdizione di Monza, così come la residenza del capo di gabinetto del questore (che ha ricevuto la telefonata “incriminata”). Per i magistrati milanesi, invece,  a decidere la competenza è il reato più grave che, nel caso specifico, è quello di concussione. Il reato, secondo il Tribunale, sarebbe stato commesso a Milano visto che la minore venne rilasciata nel capoluogo lombardo.

CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE DAVANTI ALLA CONSULTA-  Rispetto al conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera davanti alla Corte Costituzionale, i giudici di Milano hanno spiegato nel provvedimento che "questo tribunale non può che prenderne atto". La decisione della Consulta è attesa per la fine di quest'anno.

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