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Processo Mediaset, il Pdl non ci sta: “Il Parlamento si fermi per 3 giorni”

Stando alle prime indiscrezioni, i capigruppo del Popolo della Libertà avrebbero chiesto una sospensione per tre giorni dell’attività parlamentare “in segno di protesta” per la decisione della Cassazione di anticipare il giudizio sul caso Mediaset – diritti tv.
A cura di Redazione
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Se confermata, si tratterebbe di una decisione senza precedenti: il Popolo della Libertà avrebbe infatti intenzione di chiedere ai capigruppo della Camera il rinvio di ogni attività parlamentare per tre giorni, sia dell'Assemblea che delle Commissioni parlamentari. Come riporta Repubblica, infatti, "a richiedere l'incontro è stato il presidente dei deputati pidiellini Renato Brunetta, per avanzare la richiesta di una moratoria dei lavori parlamentari per consentire al Pdl di proseguire l'assemblea, non all'infinito, ma per un periodo di tempo tale che consenta al partito di terminare le proprie riflessioni".

Una richiesta che verrà replicata al Senato della Repubblica da Renato Schifani e che servirebbe ai pidiellini per valutare le iniziative da intraprendere dopo la decisione della Corte di Cassazione di anticipare i tempi del giudizio per Silvio Berlusconi. Del resto, che la tensione all'interno del Popolo della Libertà per tale scelta fosse altissima lo si era capito fin da subito, con il duro comunicato del legale del Cavaliere cui erano seguite le reazioni sdegnate dei big del partito. In testa Daniela Santanché ed Angelino Alfano, che avevano in qualche modo anticipato la mobilitazione dei parlamentari azzurri. La Santanché in particolare anche questa mattina ha attaccato: "Il comportamento ieri di Letta a me non è piaciuto assolutamente per niente, mi sembra una di quelle tre scimmiette ‘non vedo, non sento, non parlo'. Che il presidente del Consiglio ieri non abbia trovato un secondo, un minuto, una parola per stigmatizzare quello che era successo, io lo trovo un fatto grave […] perché la decisione della Corte va certamente contro Berlusconi ma è ugualmente contro la pacificazione, è sicuramente contro questo governo".

La Corte di Cassazione invece, con una nota, si è limitata a precisare di aver agito come prassi, stante "l'obbligo di determinare l'udienza di trattazione di ogni ricorso prima della maturazione della prescrizione di alcuno dei reati oggetto del procedimento, a pena di responsabilità anche di natura disciplinare, e la Corte ha sempre adempiuto a tale dovere".

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