Porcellum addio, depositate le motivazioni della sentenza di abolizione

L'Italia dice ufficialmente addio al Porcellum, dopo quattro ore di camera di consiglio, infatti, i 15 giudici della Corte Costituzionale hanno approvato e depositato le motivazioni della sentenza del 4 dicembre dell'anno scorso in cui si dichiarava incostituzionale l'attuale legge elettorale. Il plenum della Consulta ha approvato definitivamente il testo del relatore Giuseppe Tesauro azzerando così il Porcellum. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera la sentenza della Corte Costituzionale in particolare boccia il premio di maggioranza senza soglia di accesso, ma soprattutto introduce alcuni vincoli precisi su preferenze e i listini fissi. Nel dettaglio questi sarebbero ammessi nella misura in cui propongono pochissimi nomi all’elettore. In sostanza il premio di maggioranza può esistere nella legge elettorale ma deve avere una soglia di accesso mentre per quanto riguarda le preferenze sono ammesse le liste bloccate ma dovranno avere pochi candidati. La sentenza della Corte Costituzionale è cosiddetta autoapplicativa, cioè se il Parlamento non introdurrà una nuova legge elettorale torna in vigore un proporzionale puro, quindi senza premio di maggioranza e con la possibilità per l'elettore di esprimere una sola preferenza. La sentenza comunque non è retroattiva e pertanto non esiste un problema di legittimità del Parlamento eletto.
Il Premio di maggioranza – Nelle 26 pagine della sentenza i giudici della consulta spiegano che il premio di maggioranza previsto dal Porcellum "è foriero si una eccessiva sovra-rappresentazione" e quindi può produrre "una oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica", perché non impone "il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista". In particolare per la Consulta la legge elettorale abolita presenta "un meccanismo premiale manifestamente irragionevole, il quale, da un lato, incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, si porrebbe in contraddizione con l'esigenza di assicurare la governabilità, stante la possibilità che, anche immediatamente dopo le elezioni, la coalizione beneficiaria del premio si sciolga o uno o più partiti che ne facevano parte ne escano; dall'altro, provocherebbe una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio sarebbe in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l'altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura". Inoltre la Consulta ritiene che "in quanto l’entità del premio, in favore della lista o coalizione che ha ottenuto più voti, varia da Regione a Regione ed è maggiore nelle Regioni più grandi e popolose, il peso del voto (che dovrebbe essere uguale e contare allo stesso modo ai fini della traduzione in seggi) sarebbe diverso a seconda della collocazione geografica dei cittadini elettori".