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Pillola anticoncezionale, Governo dice che sarà gratis solo se non sfora tetto di spesa sanitaria

Il via libera alla gratuità della pillola anticoncezionale per le donne non è affatto scontato. Il ministro Ciriani ricorda che bisogna valutare la “compatibilità della tenuta finanziaria delle scelte operate nel settore farmaceutico per l’impatto della relativa spesa sul Fondo sanitario nazionale, stimato in circa 140 milioni di euro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La pillola anticoncezionale sarà gratis, ma solo se non sforerà il tetto di spesa. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al question time di oggi ha risposto, per conto del ministro della Sanità Schillaci, ad una interrogazione di Avs in merito all'erogazione gratuita della pillola anticoncezionale, alla luce della recente decisione del Comitato prezzi e rimborsi dell'Agenzia italiana del farmaco.

Il ministro ha spiegato che sarà il Consiglio di amministrazione dell'Aifa a valutare se il parere favorevole espresso della Commissione tecnico scientifica e dal Comitato prezzi e rimborsi sulla rimborsabilità dei contraccettivi orali si tradurrà o meno in un via libera alla gratuità della pillola anticoncezionale. E una decisione è attesa non prima di fine maggio.

"L'Aifa sin dal 2003 – ha ricordato Ciriani – opera nell'ambito dell'autonomia ad essa riconosciuta e nel rispetto dell'autonomia della Commissione Tecnico Scientifica (CTS) e del Comitato Prezzi e Rimborso (CPR), che svolgono le funzioni consultive prescritte dalle disposizioni vigenti. Alla luce delle considerazioni generali e di contesto svolte, emerge con ogni evidenza che in ordine alla questione in esame non vi sono profili di diretta competenza del ministro della Salute, che ha, tuttavia, provveduto ad acquisire elementi informativi dall'Aifa".

Ciriani ha affermato che "la Commissione tecnico scientifica e il comitato prezzi e rimborsi hanno ritenuto di formulare un parere favorevole all'ammissione alla rimborsabilità dei contraccettivi orali, ciò in ragione del livello di efficacia del profilo beneficio/rischio favorevole, confermato dalle evidenze scientifiche disponibili nonché dall'esperienza acquisita dalla pratica clinica. L'Aifa ha precisato che il parere della Commissione si riferisce esclusivamente ai contraccettivi cosiddetti ‘daily'".

"Ineludibile appare tuttavia – ha aggiunto Ciriani – anche in relazione alle attribuzioni del ministro dell'Economia e delle Finanze anche la questione della compatibilità della tenuta finanziaria delle scelte operate nel settore farmaceutico per l'impatto della relativa spesa sul Fondo sanitario nazionale, stimato in circa 140 milioni di euro". Le donne in Italia spendono ogni anno in totale 230 milioni in contraccettivi orali per 14,5 milioni di confezioni di pillole vendute.

"Le valutazioni e gli approfondimenti che il Consiglio di amministrazione dell'Aifa è chiamato a svolgere in questi giorni – ha detto ancora il ministro di Fratelli d'Italia – nel rispetto delle funzioni allo stesso attribuite dall'ordinamento, sono finalizzati a garantire che la scelta tecnica operata dalle Commissioni consultive, sia in linea con il tetto programmato della spesa farmaceutica e non concorra ad alcuno sfondamento del medesimo".

Quando sarà gratis la pillola anticoncezionale

In ogni caso i tempi per arrivare alla gratuità del farmaco potrebbero dilatarsi. La decisione del Cda dell'Aifa è attesa per fine maggio. Poi comunque si dovrà aspettare la pubblicazione della determina in Gazzetta Ufficiale.

Ma come ha fatto notare il Sole 24 Ore, l'esito di quest'iter non è affatto scontato, perché entro giugno dovrebbe entrare in vigore la riforma dell'Agenzia del farmaco, prevista dal decreto Cartabia approvato a fine dicembre, che azzererà tutte le cariche, con una revisione profonda e l’accorpamento delle commissioni tecniche (la commissioni sono in scadenza il 30 giugno). Una rivoluzione interna non da poco, e il rischio di uno stop o di un passo indietro nell'iter verso la gratuità del contraccettivo non è da escludere.

Giovanna Scroccaro, la presidente del Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia che ha dato il primo ok, ha spiegato perché il Cda abbia bisogno di diverse settimane per prendere una decisione: "L’autorizzazione, ha un impatto consistente sulla spesa, pari a 140 milioni di euro l'anno, quindi è normale che il Cda si prenda i giorni necessari a studiare la documentazioni".

"Il Comitato prezzi di Aifa ha fatto una serie di valutazioni economiche su quanto impatterebbe il rimborso. Nel documento che stiamo finalizzando per l'invio agli uffici del Cda – ha detto Scroccaro – abbiamo fatto diverse simulazioni per valutare la sostenibilità dell'operazione sulla spesa".

Come cambia l'Aifa

La riforma dell'Agenzia prevede che tutti i poteri vengano accentrati nelle mani del presidente, che al momento è Giorgio Palù, cancellando la figura del direttore generale (quello uscente, Magrini, è già uscito).

Inoltre le attuali due commissioni che si occupano di prezzi e rimborsi e della valutazione scientifica dei nuovi medicinali verranno accorpate in una sola commissione denominata Commissione Scientifica ed Economica del Farmaco (Cse) composta in tutto da dieci membri (attualmente ognuna delle due Commissioni ne ha dieci).

Entro giugno dovrà arrivare anche il regolamento attuativo della riforma, che stabilirà funzioni e modalità di nomina dello stesso presidente di Aifa – fino ad ora designato dal ministro della Salute d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni – nonché del direttore amministrativo e del direttore tecnico-scientifico. Il Consiglio d'amministrazione di Aifa continuerà a essere composto da 5 membri: il presidente, due rappresentanti indicati dalla Salute e due rappresentanti indicati dalla Conferenza Stato Regioni.

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