Perché sempre più pensionati italiani vanno a vivere in Spagna e Portogallo

Cresce il numero degli italiani che decidono di trasferirsi all'estero una volta lasciato il lavoro ed entrati in pensione. In totale sono più di 228mila i pensionati residenti fuori dai confini nazionali, di cui quasi 38mila che hanno scelto di trasferirsi altrove al momento del pensionamento. Tra le mete preferite ci sono la Spagna e il Portogallo, ma anche Svizzera, Germania e Francia. È quanto emerge dall'ultimo Rapporto annuale dell'Inps.
Quanti sono gli italiani in pensione all'estero
Nel 2024 l’Inps ha contato 228.600 pensionati italiani residenti al di fuori dei confini nazionali. Il Rapporto si concentra sopratutto su una categoria di pensionati, ovvero coloro che hanno completato la loro carriera lavorativa in Italia ma che poi hanno deciso di trasferirsi all'estero. Si tratta di un gruppo consistente, di ben 37.82523 italiani, e di una tendenza sempre più comune in un Paese caratterizzato da una popolazione particolarmente anziana. Basti pensare che circa il 24% degli italiani – ricorda l'Istat – ha ormai superato i 65 anni.
Perché i pensionati italiani scelgono di lasciare il nostro Paese
Negli ultimi anni si è assistito a una progressiva crescita del numero dei pensionati che hanno deciso di emigrare e si sono trasferiti all'estero. I motivi, spiega l'ente, sono diversi e legati a più fattori, come il costo della vita, la fiscalità agevolata e la qualità dei servizi dei Paesi in cui si sceglie di andare a vivere.
Tra il 2011 e il 2019, si è passati da 10 a oltre 20 emigrati ogni 100 mila pensionati. Nel 2023 l’incidenza è salita addirittura a 33 emigrati ogni 100mila pensionati. Pur essendo una scelta minoritaria rispetto all’insieme dei pensionati, "l’emigrazione post lavorativa rappresenta una tendenza consolidata, sostenuta presumibilmente dalla ricerca di condizioni fiscali più vantaggiose, di un clima più favorevole e di una qualità della vita superiore", viene spiegato.
Questa tendenza è quasi triplicata tra il 2010 e il 2023 e ha riguardato soprattutto i pensionati provenienti dalle Regioni del Nord e del Centro. Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta in primis, sia per la loro vicinanza geografica ai confini e che per una lunga tradizione di mobilità transfrontaliera. Ma anche Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio e Liguria per ragioni riconducibili – ipotizza l'ente – a una maggiore ricchezza di chi proviene da queste aree. Al contrario, Regioni come Calabria, Basilicata, Campania e Sardegna registrano tassi di emigrazione più bassi, probabilmente per una minore disponibilità economica appunto, oltre che per fattori più personali come il forte legame verso la comunità. Si differenziano da queste dinamiche Abruzzo e Sicilia che mostrano flussi di uscita moderati.
Quali sono i Paesi preferiti per trasferirsi una volta lasciato il lavoro
È la Spagna la prima scelta dei pensionati italiani che decidono di trasferirsi all'estero. Tra il 2010 e il 2024 infatti, vi si sono trasferiti oltre 2.800 cittadini, di cui quasi due terzi uomini. Anche qui i motivi dietro questa scelta sono diversi: il clima mite, la presenza di comunità italiane consolidate, la vicinanza culturale e l’accessibilità delle infrastrutture sanitarie sono alcuni degli elementi citati dall'Inps.
La Penisola iberica resta particolarmente attrattiva dato che la seconda posizione nelle preferenze degli italiani pensionati è il Portogallo, scelto grazie anche ad alcune politiche fiscali favorevoli adottate negli ultimi anni. Altre opzioni sono Svizzera, Francia e Germania, storicamente noti per essere mete scelte dagli emigrati italiani tanto da vantare comunità ben radicate. Spiccano alcune novità come la Tunisia, attrattiva per il basso costo della vita e le condizioni fiscali, e l’Albania. A favorire quest'ultima sono, si legge nel Rapporto, la "prossimità geografica, a convenienza economica e la possibilità di integrazione agevolata, specialmente per pensionati provenienti dall’Italia meridionale".