Perché oggi migliaia di persone stanno esponendo dei lenzuoli dalle finestre in solidarietà per la Palestina

Non slogan, ma lenzuola. Non bandiere, ma sudari. È con questo gesto simbolico, forte nella sua essenzialità, che oggi, sabato 24 maggio cittadini e cittadine in tutta Italia sono stati chiamati a esporre drappi bianchi da finestre, balconi, piazze e monumenti, per denunciare la violenza che continua a colpire la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Il nome scelto non è casuale: i sudari sono i panni bianchi con cui si avvolgono i corpi dei morti, ed è stato adottato come simbolo della strage in atto nei territori palestinesi, in particolare nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, dove i bombardamenti israeliani continuano a colpire indiscriminatamente la popolazione civile da più di un anno e mezzo. Ma il sudario non è solo ciò che copre, è anche ciò che mostra; mostra il corpo della guerra, delle sue vittime, della sua ingiustizia.
Il gesto, dunque, è semplice: esporre un drappo bianco alla finestra, su un balcone, in una piazza. Farlo ovunque, nello stesso giorno, in tutta Italia.
Montanari e l'appello civile: "Copriamo l'Italia di bianco per dire basta"
A lanciare l'appello è stato Tomaso Montanari, storico dell'arte, intellettuale, rettore dell'Università per Stranieri di Siena, voce critica e pubblica di un'Italia che non vuole restare in silenzio. Ma accanto a lui ci sono anche decine di personalità del mondo culturale, accademico, artistico e sociale, che si sono unite per trasformare il lutto in atto civile: "Copriamo l’Italia di teli bianchi per gridare tutti insieme contro la guerra": è questo il cuore del messaggio. Un invito che non chiede adesioni partitiche, né presuppone un'appartenenza ideologica: chiede invece un gesto umano, elementare, di solidarietà. Un modo per "non restare complici", per non ridurre la tragedia in atto a una notizia lontana, per non rimuovere la morte di migliaia di civili palestinesi come se fosse il prezzo inevitabile della storia. È "un'azione non violenta, che attraversa le case, le strade, le architetture della nostra quotidianità per chiedere attenzione e strappare uno spazio allo smarrimento e all'indifferenza". Appena due giorni fa, Montanari invitava le persone ad aderire alla campagna sui suoi canali social con parole ancora più nette e dirette:
"Israele ha permesso di far entrare a Gaza, il 19 maggio, due camion. Due portavano sudari, lenzuoli per avvolgere i corpi senza vita di donne, bambini e uomini innocenti, uccisi o fatti morire da Israele. . Israele è un alleato dell’Italia, è un alleato dei Paesi occidentali. Non è come Putin, un nemico. Quello che Israele fa ricade su di noi. La responsabilità di ognuno di quei morti è anche di ognuno dei cittadini occidentali che non prende la parola contro il silenzio dei propri governi. Chi tace, acconsente. E come ci ha insegnato a vedere Paola Caridi, i sudari in questo momento sono il più terribile simbolo del genocidio di Gaza. Questa parola impronunciabile e che ora è pronunciata dalla realtà. Il 24 maggio, sabato prossimo, esponiamo un sudario, cioè un lenzuolo, un asciugamano, un telo bianco, qualunque cosa di bianco. Facciamolo nelle piazze, facciamolo alle finestre, facciamolo ai balconi. È un piccolo segno che chiunque può fare, anche chi non può uscire di casa. E chi non può proprio farlo, può fotografarlo e metterlo sulla sua finestra elettronica, sul web, sui social. A cosa serve? A prendere la parola, a prendere la parola in pubblico, a far sentire un peso crescente sulla coscienza di chi ci governa. Perché chi ci governa con il suo silenzio ha le mani sporche di sangue. Il 24 maggio, 50.000 sudari per Gaza".
Un appello che non lascia spazio all'ambiguità, e che nomina le responsabilità politiche e morali dell'Occidente, invitando ogni cittadino a rompere l'indifferenza, a prendere posizione.
L'Italia che partecipa: città, quartieri e cittadini si organizzano
L'appello ha già trovato ascolto in molte città italiane, da nord a sud: aderiscono infatti comuni come Roma, Genova, Bologna, Vicenza, Parma, Milano, Torino, Padova, Cuneo, Benevento, Isernia ma anche numerosi centri più piccoli, comunità locali, collettivi, associazioni, scuole, e università, gruppi di studenti e semplici cittadini. A Roma, uno striscione bianco e rosso con la scritta "Stop Genocide" è stato esposto oggi sulla facciata del Municipio III, in Piazza Sempione, accanto alle bandiere istituzionali. A Milano si preparano installazioni nei quartieri popolari e nei luoghi simbolici della città, mentre l'Università Statale ha già esposto all'esterno della sede principale dell'ateneo, proprio nel centro città, il suo lenzuolo bianco. A Torino le lenzuola bianche scenderanno dalle finestre dei palazzi del centro storico. A Padova si stanno organizzando azioni diffuse in vari punti della città. Ma anche fuori dai grandi centri, nelle province, nei piccoli paesi, nei territori dove spesso la voce pubblica fatica a emergere, si moltiplicano le adesioni.