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Guerra in Ucraina

Perché non possiamo inviare caccia agli ucraini contro gli aerei russi: parla il generale Camporini

In un’intervista a Fanpage.it il generale Vincenzo Camporini spiega perché i Paesi della Nato, e in particolare l’Italia, non possono inviare velivoli all’esercito ucraino per abbattere aerei russi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente russo Vladimir Putin ha rinnovato le sue richieste per mettere fine all'invasione militare in Ucraina, vale a dire la modifica della Costituzione, con la dichiarazione della neutralità di Kiev, quindi con la rinuncia a un ingresso nella Nato, il riconoscimento non solo della Crimea come territorio russo ma anche delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk nel Donbass. Delle pretese che mostrano un'ostinazione da parte di Putin, sebbene le due parti si siano incontrate per un terzo round di negoziati in territorio bielorusso. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha precisato che la Russia non sta annettendo le repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk, ma chiede che le due repubbliche separatiste vengano riconosciute come Stati indipendenti dall'Ucraina. "Per il resto", ha detto, "l'Ucraina è uno Stato indipendente che vivrà come vuole ma in condizioni di neutralità". 

Intanto l'esercito ucraino nelle ultime ore ha continuato ad ammassare truppe e mezzi militari, tra cui carri armati e unità di fanteria motorizzata alle porte di Kiev in preparazione di un imminente assedio, e nella notte sono andati avanti i bombardamenti in quasi tutto il Paese. Abbiamo chiesto al generale Vincenzo Camporini, responsabile sicurezza e difesa di Azione, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e della Difesa, nonché ex presidente del Centro Alti Studi della Difesa ed ex vicepresidente dello IAI (Istituto Affari Internazionali), quali potrebbero essere le prossime mosse dei russi e come potrebbero rispondere le forze occidentali.

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Cosa significa il fatto che l'Italia sia stata inclusa da nella lista dei "Paesi ostili" che hanno adottato sanzioni contro Mosca?

È solo la constatazione che l'Italia e tutti i Paesi dell'Alleanza Atlantica hanno deciso una serie azioni a supporto dell'Ucraina. Non vedo nessuna novità. Non credo avrà risvolti pratici.

Generale, Putin continua ad ammassare le truppe a Kiev, vuol dire che ci sarà un assalto a breve?

Se guardiamo la cartina dell'Ucraina c'è un'azione militare a Nord, verso Kiev, un'azione militare a Est e a Sud-Est, che interessa Mariupol e il Donetsk, e una potenziale azione a Sud, già avviata nei confronti di Nikolaev, che potrebbe arrivare a Odessa, anche magari facendo intervenire truppe da sbarco che si tengono pronte sulle navi di fronte alla costa dell'Ucraina. Una manovra a tenaglia che sarebbe molto difficile da arrestare. Potrebbe esserci quindi un attacco imminente, contemporaneo su più fronti, cosa che potrebbe mettere sotto stress tutta la difesa ucraina. Naturalmente non è detto che Putin abbia le forze sufficienti per farlo, e con il dovuto livello di efficienza, che fino ad ora non mi è parso di evidenziare.

Zelensky chiede ai Paesi Nato di fornire aerei e sistemi anti-aerei all’esercito ucranino, in alternativa alla chiusura dello spazio aereo con una no-fly zone. È una richiesta legittima? Di Maio dice che non è possibile fornire aerei all'Ucraina perché questo "significherebbe entrare in guerra".

Intanto premetto che eventuali velivoli a disposizione degli equipaggi ucraini devo essere noti ai militari, e l'Italia non ha nessuno aeroplano che gli ucraini sappiano pilotare. Quindi è una richiesta che non ci riguarda come Paese, ci riguarda in quanto membri della Nato. La Polonia avrebbe questi velivoli, ha dei caccia Mig, che sicuramente gli ucraini conoscono, ma inviarli sarebbe un atto politicamente molto importante, molto più significativo rispetto a fornire qualche centinaio di missili Stinger o Spike. Un'operazione del genere potrebbe scatenare una reazione da parte di Putin nei confronti dell'Alleanza Atlantica.

Gli ucraini possono quindi cercare di abbattere gli aerei russi da terra con i mezzi che hanno a disposizione?

Loro hanno già a disposizione alcuni sistemi missilistici di origine sovietica, hanno ricevuto sistemi ‘spalleggiabili' occidentali, cioè i famosi Stinger: sono ‘spalleggiabili' perché il lanciatore e il missile contenuto al suo interno pesano meno di trenta chili e quindi un soldato addestrato può caricarselo in spalla, puntare verso l'obiettivo, cioè l'aereo russo in questo caso, e poi il missile dirige automaticamente la sua traiettoria verso il bersaglio, generalmente attirato dal calore che emana il motore del velivolo. Sono missili molto efficaci, anche se relativamente vecchi. Sono stati già utilizzati durante la lotta dei mujaheddin contro l'Armata Rossa in Afghanistan e ovviamente nel tempo sono stati ammodernati, con i sensori migliorati. Per esempio nella giornata di ieri almeno 4 cacciabombardieri russi sono stati abbattuti, quindi è un'arma che funziona. Questo impedisce di poter attivare quella campagna aerea, a supporto delle truppe di terra, fondamentale per la riuscita di un'avanzata come quella che Putin ha pianificato.

Draghi oggi ha ribadito che l’Italia e l’Ue sostengono l’appartenenza dell’Ucraina alla famiglia europea, ma ha aggiunto che il processo di adesione sarà lungo. Secondo lei una dichiarazione come questa può essere letta come una provocazione da Putin?

No, non può essere considerata una provocazione perché è un processo già noto da tempo, non c'è nulla di inedito. La novità sarebbe stata una procedura accelerata di accesso, che però oggettivamente non sarebbe comprensibile né fattibile. Ci sono troppe questioni da sistemare all'interno dell'Ucraina, prima di farla diventare un membro a pieno titolo dell'Unione.

La sensazione che ha lei è che Putin andrà avanti finché la resistenza ucraina non avrà deposto le armi e finché il governo attuale non sarà sostituito da un governo amico?

Putin lo sta ripetendo in modo molto esplicito. Quando uno si presenta a un tavolo di trattative, dicendo di essere disposto a negoziare purché si accettino tutte le sue condizioni, non si va molto lontano, perché è evidente la mancanza di disponibilità ad accettare compromessi. Praticamente nelle richieste che il Cremlino ha ribadito si sta dicendo che la Russia smette di combattere se l'Ucraina si arrende, non proprio un'apertura da parte di Putin. Non c'è ancora una trattativa insomma. Io immagino che se la Russia procederà nella campagna militare e se riuscirà ad annientare la capacità di resistenza della forze armate ucraine, si troverà comunque a dover occupare un territorio vastissimo con una popolazione totalmente ostile, a prescindere dalla lingua perché i russofoni ucraini combatteranno per Kiev e non per Mosca. Quindi si troverebbe ad affrontare una guerriglia che lo dissanguerebbe per i prossimi anni.

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