1.887 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Per il ministro della Giustizia Bonafede “gli innocenti non vanno in carcere”

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sostiene che “gli innocenti non vanno in carcere”. Un’affermazione pronunciata in tv, a Otto e Mezzo, e smentita dai dati secondo cui dal 1992 al 2018 sono 27mila le persone risarcite dallo Stato perché recluse in carcere nonostante fossero innocenti.
A cura di Stefano Rizzuti
1.887 CONDIVISIONI
Immagine

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ritiene che gli innocenti non vadano in carcere. E che, quindi, non esistano gli errori giudiziari. Un’affermazione smentita dai numeri sui risarcimenti che lo Stato – e quindi il ministro della Giustizia dovrebbe saperlo bene – ha pagato nei confronti di chi è stato ingiustamente incarcerato. La gaffe di Bonafede arriva durante la puntata di Otto e Mezzo in onda ieri sera su La7. Si parlava di riforma della prescrizione, entrata in vigore il primo gennaio e che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, che sia di condanna o di assoluzione.

Durante la discussione la giornalista di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea, chiede a Bonafede cosa pensasse delle persone che finiscono in carcere e che poi si scopre che sono innocenti. La risposta del ministro lascia sbalordita la giornalista: “Cosa c’entrano gli innocenti che finiscono in carcere? Gli innocenti non finiscono in carcere”. Ma è la stessa Cuzzocrea a sottolineare subito i dati che smentiscono Bonafede: “Dal 1992 al 2018 27mila persone sono state risarcite dallo Stato perché sono finite in carcere da innocenti, quindi gli innocenti finiscono in carcere”. I dati sono quelli del sito errorigiudiziari.com, che da anni raccoglie tutti i casi di questo genere.

Lo Stato ha spesofino a oggi oltre 700 milioni di euro” per i risarcimenti, secondo quanto riportato dai fondatori dello stesso sito, con una media di quasi 30 milioni l’anno. Secondo i dati, solamente nel 2018 sono state 1.355 le persone in custodia cautelare in carcere e 1.025 quelle ai domiciliari che, poco dopo, sono state assolte. Dopo le polemiche di Bonafede sulle parole del ministro interviene anche Gaia Tortora, giornalista di La7 e figlia di Enzo Tortora, l’esempio più calzante e più conosciuto di innocente finito in carcere: “Ministro le chiedo di spiegare la sua frase ad Otto e Mezzo. Grazie”. Dopo la gaffe, comunque, il ministro della Giustizia prova a chiarire e ad assicurare che quello degli innocenti in carcere è un tema di cui si sta occupando: "Sull’ingiusta detenzione sono il ministro che più di tutti ha attivato gli ispettori". Lo stesso Bonafede ha poi precisato con un post su Facebook: "Nell’intervista di ieri sera, mentre si stava parlando di assoluzioni e condanne, ho specificato che gli ‘innocenti non vanno in carcere' riferendomi evidentemente e ovviamente, in quel contesto, a coloro che vengono assolti (la cui innocenza è, per l’appunto, ‘confermata’ dallo Stato)".

1.887 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views