143 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Pensioni, uscita a 64 anni con 38 di contributi (e un taglio del 3%) per superare Quota 100

Tra le ipotesi allo studio del governo per superare Quota 100, che non sarà più in vigore dal 31 dicembre 2021, ci sarebbe un meccanismo che permetterà di andare in pensione con un’uscita anticipata a 64 anni, con un minimo di 38 anni di contributi. Ma verrebbe applicato un taglio del 2,8-3% della parte di pensione calcolata con il calcolo contributivo per ogni anno che serve per raggiungere quota 67 anni.
A cura di Annalisa Cangemi
143 CONDIVISIONI
Immagine

Con Quota 100 che va in soffitta, dopo la scadenza dei tre anni, il governo sta studiando diverse ipotesi per sostituire quella che è stata una delle misure volute fortemente dalla Lega. Il meccanismo permette di andare in pensione con 62 anni d'età e 38 di contributi. Come ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte la misura non sarà più in vigore il 31 dicembre 2021. Una possibile alternativa alla pensione di vecchiaia, per la quale sono necessari 67 anni di età è stata illustrata da ‘Il Messaggero' di oggi: a partire dal 2022 potrebbe esserci un'uscita anticipata a 64 anni, basterà avere un minimo di 38 anni di contributi.

Per coloro che vorranno usufruire di questo meccanismo verrà applicato un taglio del 2,8-3% della parte di pensione calcolata con il calcolo contributivo per ogni anno che serve per raggiungere quota 67 anni. Inoltre chi fa lavori usuranti avrà diritto a due anni di sconto: un'uscita anticipata a 62 anni e 36 di contributi, con una minima penalizzazione o senza penalizzazione. L'agevolazione è prevista per esempio per gli operatori ecologici; operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce e conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante, si pensa a un vantaggio.

Si legge sul Messaggero: "Questa soluzione potrebbe essere particolarmente favorevole ai lavoratori più maturi e ormai prossimi al riposo. Per loro, quelli nati a cavallo degli anni Sessanta, buona parte della pensione viene infatti calcolata attraverso un modello misto retributivo (per le annualità fino al '96) e contributivo (per le annualità successive). E dunque il sacrificio, in termini di taglio della pensione, sarebbe piuttosto limitato. L'alternativa alla cosiddetta Quota 102 (costo ipotizzato: 8 miliardi di euro) consisterebbe nel puntare su uscite flessibili ancora più anticipate anagraficamente e flessibili calcolando l’assegno interamente con il contributivo. Lo Stato avrebbe costi più elevati, in prima battuta, ma poi risparmierebbe nel tempo perché le pensioni ottenute sono legate ai contributi versati e più basse di quelle calcolate con una parte di retributivo".

143 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views