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Pensioni, come potrebbe cambiare (di nuovo) Opzione Donna dal 2023

In Manovra il governo ha prorogato Opzione donna, ma introducendo una stretta importante per quanto riguarda la platea a cui la misura è indirizzata. A gennaio però, con un nuovo decreto del ministero del Lavoro, le cose potrebbero cambiare.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel giro di una settimana la Manovra verrà approvata anche in Senato, introducendo definitivamente una serie di novità per quanto riguarda pensioni, fisco e sostegni a famiglie e imprese. Ma il governo di Giorgia Meloni starebbe già pensando a un altro decreto, da licenziare a metà gennaio per intervenire ulteriormente su alcuni temi. Si tratterrebbe di un provvedimento allo studio del ministero del Lavoro che, tra le altre cose, andrebbe a toccare anche la questione delle pensioni.

In particolare, Opzione donna. Sempre da gennaio partirà anche il confronto della ministra Elvira Calderone con i sindacati, proprio sul tema dell'uscita dal lavoro. E se nel frattempo, per quanto riguarda Opzione donne, con la legge di Bilancio è stata prorogata la possibilità di uscita anticipata, dall'altro lato è arrivata anche una stretta sulla misura. La possibilità di andare in pensione a 60 anni, che possono diventare 59 o 58 a seconda del numero di figli, è solo per le lavoratrici più svantaggiate, non per tutte.

L'anticipo è infatti una prerogativa di caregiver, invalide al 74% e lavoratrici di aziende in crisi o licenziate. Ancora una volta il problema è stata la mancanza di sufficienti risorse, che ha reso necessario delimitare notevolmente la platea. "Sulla manovra purtroppo non ci sono più margini per Opzione donna, abbiamo ancora qualcos’altro per poter cambiare nel decreto Milleproroghe", aveva detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, quando il Consiglio dei ministri aveva approvato il provvedimento.

Nell'iter parlamentare del decreto, quindi, potrebbero essere ripescati alcuni fondi per ampliare la platea di Opzione donna. Le risorse che mancano all'appello, tuttavia, non sono poche. Secondo Durigon servono almeno altri 80 milioni di euro per il 2023, che andrebbero poi ad aumentare a 250 milioni nel 2024: soldi che, per ora, non ci sono.

Non è detto che questi vengano trovati a gennaio, quando il ministero del Lavoro inizierà ad occuparsi di un nuovo decreto. Ciò che è certo è che sicuramente Opzione donna sarà sul tavolo.

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