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Paragone espulso dal M5s, Morra: “Perché rimanevi nel ‘nulla’ prima di essere espulso?”

“Se ci definisci il nulla, come si legge, perché rimanevi nel nulla prima di essere espulso?”: anche il pentastellato Nicola Morra interviene in merito all’espulsione del senatore Gianluigi Paragone dal Movimento Cinque Stelle. “Se ti fai espellere e definisci i tuoi vecchi amici e compagni il “nulla”, non fai onore anche al tuo recente passato, alla tua intelligenza, a milioni di persone che quanto te, e forse ben più di te, c’hanno creduto e ci credono ancora”, commenta Morra.
A cura di Annalisa Girardi
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Anche Nicola Morra, esponente del Movimento Cinque Stelle e presidente della Commissione Antimafia, interviene sull'espulsione del senatore Gianluigi Paragone dalle fila pentastellate. Lo fa riprendendo le parole dello stesso Paragone, che aveva definito il Movimento come il nulla, affermando: "Quando perdi due elettori su tre ti espelle il nulla, sono uno dei tanti elettori espulsi dal Movimento di palazzo". Ora Morra gli chiede: "Se ci definisci il nulla, come si legge, perché rimanevi nel nulla prima di essere espulso?". 

Morra riconosce i problemi con cui il Movimento si è scontrato negli ultimi tempi, ma sottolinea che per far parte di un gruppo bisogna saper anche accettare decisioni a cui normalmente si sarebbe contrari, fino a quando la coscienza lo consente. "Ma allora te ne vai da te, reputando che si sia conclusa un'esperienza di condivisione, di fratellanza. Se ti fai espellere e definisci i tuoi vecchi amici e compagni il "nulla", non fai onore anche al tuo recente passato, alla tua intelligenza, a milioni di persone che quanto te, e forse ben più di te, c'hanno creduto e ci credono ancora", conclude.

Gianluigi, certamente stiamo operando scelte non sempre lucide, non sempre felici.
Certamente non siamo quelli del 4 marzo 2018, esattamente come non siamo più quelli del 4 ottobre 2009 o del 25 febbraio 2013.
Ma se ci definisci il "nulla", come si legge, perché rimanevi nel "nulla" prima di essere espulso?
Abbiamo tanti, tanti problemi, e sapessi quanta xxxxx abbiamo dovuto ingoiare, ho dovuto ingoiare, in questi anni. Se però vuoi essere parte di un gruppo, devi anche accettare le decisioni che ti vedono contrario, operando al fine di convincere gli altri degli errori che si vanno facendo. Certo, fin quando la tua soggettività, la tua coscienza, te lo consentono.
Ma allora te ne vai da te, reputando che si sia conclusa un'esperienza di condivisione, di fratellanza.
Se ti fai espellere e definisci i tuoi vecchi amici e compagni il "nulla", non fai onore anche al tuo recente passato, alla tua intelligenza, a milioni di persone che quanto te, e forse ben più di te, c'hanno creduto e ci credono ancora.
Ti rispetto, ma le parole hanno un senso.

Non ci sono stati, però, solo attacchi dopo l'espulsione di Paragone, ma anche dimostrazioni di solidarietà. Prima fra tutte quella di Alessandro Di Battista, che in un commento su Facebook ha scritto: "Gianluigi è infinitamente più grillino di molti che si professano tale. Non c'è mai stata una volta che non fossi d'accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell'ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%".

Anche l'ex ministra del Sud, Barbara Lezzi, è intervenuta in difesa di Paragone, ricordando al Movimento che "non è una buona idea espellere gli anticorpi" e scrivendo su Facebook: "Gianluigi Paragone è e resta un mio collega. Fino a quando, e sono certa che continuerà così, lavorerà senza sosta per i deboli, per assicurare un salario minimo decente, per fare in modo che le multinazionali osservino le leggi del nostro Paese resterà un mio collega. Fino a quando avrà il coraggio di non rispondere né alla Lega, né al PD, né ad altri ma solo al buonsenso e alle sue idee, come sempre ha fatto, resterà un mio collega. Per il resto, non sono permalosa. Non è una buona idea espellere gli anticorpi, caro Movimento 5 Stelle".

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