video suggerito
video suggerito
Caso Paragon

Paragon, senatori Pd annunciano interrogazione: “Nuove ombre, governo non può continuare a nascondersi”

I senatori del Pd Walter Verini e Filippo Sensi annunciano un”interrogazione parlamentare dopo le ultime novità sul caso Paragon: “In una democrazia si deve sapere chi e perché ha violato le elementari regole della libertà di informazione, spiando i giornalisti di Fanpage Cancellato e Pellegrino, il direttore di Dagospia D’Agostino e altri operatori dell’informazione”.
A cura di Annalisa Cangemi
269 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I senatori del Pd hanno annunciato un'interrogazione parlamentare sul caso Paragon, dopo gli ultimi sviluppi sulla vicenda dello spionaggio ai danni di giornalisti e attivisti, tramite lo spyware Graphite.

Risulta che almeno cinque soggetti sono stati intercettati illegalmente: stiamo parlando del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, del capo della cronaca di Napoli di questo giornale, Ciro Pellegrino, dell'olandese Eva Vlaardingerbroek, influencer, attivista e giornalista di estrema destra, di un giornalista europeo, la cui identità non è ancora nota, e del fondatore di Dagospia, Roberto D'Agostino. Il coinvolgimento di quest'ultimo nel caso si è appreso solo giovedì, e la notizia che anche il suo telefono – un Iphone della Apple, lo stesso smartphone di Ciro Pellegrino – era sotto controllo, è stata lanciata dal leader di Iv Matteo Renzi, e confermata anche da fonti di Fanpage.it.

"La presidente del Consiglio e il governo devono immediatamente riferire al Parlamento e al Paese sui gravissimi casi di spionaggio verificatisi ai danni di giornalisti (e attivisti di Ong) da parte di Paragon. Per questo anche in Senato presentiamo una urgente interrogazione perché le pesanti ombre che gravano sulla vicenda vengano chiarite. In una democrazia si deve sapere chi e perché ha violato le elementari regole della libertà di informazione, spiando i giornalisti di Fanpage Cancellato e Pellegrino, il direttore di Dagospia D'Agostino e altri operatori dell'informazione. Il governo non può né deve continuare a nascondersi, assumendosi tutte le sue responsabilità davanti al Paese", hanno detto i senatori Pd Walter Verini e Filippo Sensi, primi firmatari dell'interrogazione.

Il Copasir, che aveva già annunciato la ripresa delle attività di indagine, dopo aver chiuso una prima relazione all'inizio di giugno, inviata al Parlamento, adesso dovrà occuparsi di fare luce su queste ultime inquietanti novità, per tentare di risalire all'origine dell'attività di spionaggio: se, come è emerso fino ad ora, gli 007 italiani, che avevano a disposizione lo spyware di Paragon Solutions, non hanno ordinato uno spionaggio ai danni dei giornalisti, chi è stato a farlo? Si tratta di un privato o di un soggetto estero? In ogni caso è compito del governo provare a fare chiarezza. L'esecutivo di Giorgia Meloni intanto non ha più un contratto con l'azienda israeliana, dopo che quest'ultima ha denunciato di aver rotto ogni rapporto con l'Italia a causa del rifiuto di governo e Parlamento di avvalersi della sua collaborazione per capire chi ha infettato i telefoni dei giornalisti. Secondo Paragon Solutions c'è stata una rescissione unilaterale del contratto, ma il governo nega che le cose sia andate così, sostenendo che la decisione di chiudere il contratto sarebbe arrivata dai Servizi e non viceversa.

Secondo la relazione del Copasir, Paragon non potrebbe sapere se una persona è vittima di spionaggio o no. Nel testo della relazione infatti, il Comitato spiegava che "la società non avrebbe alcun ruolo nell’utilizzo che il cliente fa del sistema e, in particolare, non avrebbe accesso e non sarebbe a conoscenza dell’identità dei soggetti che vengono presi di mira dai clienti o dei dati che vengono registrati dal suo dispositivo". Versione completamente respinta da Paragon. Per capire meglio cosa è successo saranno necessarie nuove indagini, a seguito del secondo rapporto rilasciato dall'organismo indipendente Citizen Lab. In attesa che vengano desecretate le audizioni che hanno portato alla stesura del primo rapporto del Copasir, come lo stesso comitato ha annunciato di voler fare, verranno ascoltati altri soggetti dall'organo parlamentare: a San Macuto è stato intanto convocato martedì 24 giugno, alle ore 14.30, il direttore dell’Agenzia Informazioni per la Sicurezza Esterna (AISE), Giovanni Caravelli.

269 CONDIVISIONI
113 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views