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Palamara: “Test psicoattitudinali per magistrati? Chi pensa siano disturbati mentali non capisce niente”

A Fanpage.it, l’ex magistrato Luca Palamara ha detto che introdurre i test psicoattitudinali nel concorso di magistratura è un errore se si vedono i magistrati come un “disturbati mentali”, ma se si seguono criteri scientifici “va bene”. Ciò che dovrebbe cambiare, però, sono i controlli interni in corso di carriera: “Seguono la logica delle correnti”.
A cura di Luca Pons
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Sta facendo discutere la decisione del governo Meloni di lanciare dei test psicoattitudinali per i magistrati, da svolgere durante il concorso, per effettuare una selezione non solo sulla base delle conoscenze. Oggi, il magistrato Nicola Gratteri ha lanciato l'idea di proporli anche ai politici, una proposta su cui il sottosegretario Mantovano parlando ai microfoni Fanpage si è detto favorevole. Luca Palamara, ex magistrato e oggi candidato alle europee con Alternativa popolare, in un'intervista a Fanpage.it ha detto che i test psicologici e attitudinali possono non essere un problema, se vengono fatti con criteri di "scientificità": il punto è non vederli "in un'ottica punitiva della magistratura, ipotizzando che la magistratura sia un corpo composto da disturbati mentali". E, in ogni caso, la priorità dovrebbe essere migliorare i controlli interni, che si svolgono nel corso della carriera: questi, infatti, seguono "sempre la logica delle correnti".

Cosa ne pensa dell'iniziativa del ministro Nordio?

Se interpretiamo i test in un'ottica punitiva della magistratura, ipotizzando che la magistratura sia un corpo composto da disturbati mentali, non abbiamo capito nulla e abbiamo perso tutti. Perché possiamo fare tutte le critiche che vogliamo, e io per primo ne ho fatte, ma tanti sono i magistrati in gamba che mandano avanti la macchina della giustizia tra mille difficoltà. Il vero tema, per quanto mi riguarda, è un altro.

Cioè, quale?

Più che il test d'ingresso, è il controllo dell'attività del magistrato nel corso della sua carriera che va cambiato. I controlli introdotti nel 2007 di fatto hanno fallito. La quasi totalità dei magistrati supera positivamente questi test, perché rientrano sempre nella logica delle correnti: per passare il test serve il voto, quindi chiaramente scatta il meccanismo ‘non lo caccio perché mi serve, perché appartiene alla mia corrente'. Questo va spiegato bene.

Quindi è contrario ai test psicoattitudinali perché le priorità sono altre?

Introdurre un ulteriore momento durante il concorso, per me si può pure fare. Basta che sia ancorato a criteri scientifici, e senza ulteriormente rendere più problematico l'accesso alla professione. Perché i giovani laureati in giurisprudenza sono una risorsa importante, e solo una nuova generazione può risolvere alcuni dei problemi più radicati nella magistratura. Quindi, se è semplicemente un test strutturato con scientificità, non per scoraggiare, ma per evitare che qualcuno che non è in grado non possa fare il magistrato, va bene. Ma la priorità resta un'altra, ovvero cambiare il sistema interno dei controlli, che ha dato prova di non funzionare.

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