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Ora per Salvini un parlamentare che canta “Bella Ciao” è uno spettacolo indegno

Il leader della Lega si accoda a Giorgia Meloni e tuona contro i commissari europei del gruppo “Socialisti e Democratici” che hanno intonato “Bella Ciao” ai margini di una seduta. Per l’ex ministro dell’Interno cantare la canzone simbolo della lotta di liberazione partigiana dal fascismo porrebbe un problema di appartenenza…
A cura di Redazione
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Il fatto che i commissari europei del gruppo Socialisti e Democratici abbiano intonato alcune strofe di "Bella Ciao" è "una follia". Ne è sicuro il leader della Lega Matteo Salvini che, accodandosi al giudizio espresso poche ore prima dalla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che aveva parlato di ridicolo teatrino, si lascia andare a valutazioni durissime contro i nuovi membri della Commissione Europea, rei di aver intonato una canzone simbolo della lotta partigiana. "Loro rappresentano 500 milioni di cittadini europei", spiega Matteo Salvini nel corso della trasmissione Stasera Italia, lanciandosi in un ardito paragone: "È come se noi ci fossimo messi a cantare canzoni di una parte o dell'altra in Consiglio dei ministri, è stato uno spettacolo indegno".

Poche reazioni in studio al parallelismo "una parte e l'altra", quasi a equiparare la dittatura nazifascista alla lotta di liberazione partigiana, pilastro della nascita della Repubblica e della Costituzione italiana. Così, a corredo del suo ragionamento, Salvini può aggiungere tranquillamente: "Bella Ciao è cantata a torto da una sola parte politica, mentre c'erano partigiani democristiani e federalisti".

Una contraddizione (se Bella Ciao è patrimonio di tutti, che scandalo c'è a cantarla nelle sedi europee?) che nessuno sottolinea e che consente all'ex vicepresidente del Consiglio di lanciare l'ennesima frecciata nei confronti dei "costumi" delle istituzioni europee, dove "si perde tempo in teatrini" invece di lavorare per risolvere i problemi dei cittadini. Evidentemente qualcuno dimentica le ultime giornate del Parlamento italiano, tra risse e proposte di matrimonio, sempre di parlamentari leghisti…

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