Ora il governo pensa a una Commissione per ‘velocizzare’ l’acquisto di armi ed evitare controlli

Una Commissione per rendere più rapide le procedure di acquisto di armi, approvvigionamento di munizioni e in generale per tutte quelle spese relative alla difesa. È quanto previsto dalla norma messa a punto dal ministero della Difesa, che potrebbe presto finire in un emendamento, ad esempio al decreto Infrastrutture attualmente in Commissione Trasporti alla Camera.
Il provvedimento si inserisce nell'ambito delle iniziative messe a punto per far fronte all'aumento delle spese militari al 5% del Pil deciso al vertice Nato (tra cui anche il discusso inserimento del Ponte sullo Stretto nel calcolo degli investimenti per la difesa). Secondo quanto anticipato da alcuni quotidiani, il governo vorrebbe velocizzare l'acquisto di materiale ed equipaggiamento necessari per migliorare le capacità difensive italiane. Per farlo starebbe pensando a una commissione ad hoc, composta da figure diverse tra cui un magistrato del Consiglio di Stato, un avvocato dello Stato, rappresentanti di ciascuna forza armata e uno della Direzione nazionale degli armamenti, tutti nominati da Palazzo Chigi.
Il comitato governativo si occuperebbe di gestire i contratti relativi alla compravendita di armamenti e altro materiale bellico, senza dover passare attraverso il controllo della Corte dei Conti e della Ragioneria Generale dello Stato. In altre parole, le procedure di spesa in ambito militare godrebbero così di una sorta di corsia preferenziale, in deroga alle regole normalmente previste per gli altri acquisti della pubblica amministrazione.
In teoria la ratio del provvedimento sarebbe quella di evitare di allungare eccessivamente i tempi per questioni classificate come ‘urgenti' e legate a finalità di difesa e sicurezza nazionale. In pratica però, si rischia che scambi sensibili, come la compravendita di armi, si svolgano nella totale segretezza sfuggendo così al controllo delle autorità.
Come detto, il testo non è stato ancora depositato, potrebbe approdare sotto forma di emendamento al dl Infrastrutture che la Camera approverà questa settimana, ma le opposizioni sono già partite all'attacco. "Pare che Il governo voglia presentare un emendamento al decreto Infrastrutture per eliminare i controlli preventivi alle spese militari, mettendo a rischio la trasparenza e la responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche", hanno affermato i deputati M5S della Commissione Lavori Pubblici, Daniela Morfino e Agostino Santillo. "Questa mossa è inaccettabile e va contro gli interessi dei cittadini. Il governo vuole spendere miliardi per la difesa senza alcun controllo, sottraendo risorse alle vere priorità del Paese, come la salute e l'istruzione pubblica. Ci opporremo con tutte le forze a questa subdola manovra e chiederemo che le spese militari siano sottoposte agli stessi controlli preventivi applicati alla pubblica amministrazione. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono utilizzati i loro soldi e di pretendere che le risorse siano allocate in modo responsabile", hanno aggiunto.
Anche la deputata di Alleanza Verdi Sinistra, Elisabetta Piccolotti, condivide i timori per la scarsa trasparenza. "Tutti usano il termine ‘velocizzare' ma in realtà sarebbe più corretto parlare di elusione dei controlli su miliardi e miliardi di spesa militare", ha affermato. "Tra l'altro l'industria militare internazionale è un settore complesso e strategico, e la spesa si perde in mille rivoli su cui è bene avere assoluto controllo. Stiamo facendo di tutto perché venga ritirato l'emendamento, come abbiamo fatto con quello sui pedaggi autostradali. La Lega, che si spacciava per pacifista, è in una maggioranza che punta solo su armi e riarmo per fronteggiare il drammatico clima internazionale", ha concluso.