Ora anche i veltroniani appoggiano Bersani

Altra tegola per Matteo Renzi che, dopo la "strana rinuncia" di Massimo D'Alema (che ha anticipato di non volersi candidare nel caso di una vittoria alle primarie di Pierluigi Bersani), è costretto anche a confrontarsi con l'endorsement dei veltroniani (di un gruppo molto rilevante, almeno) nei confronti del segretario del Partito Democratico. Infatti, con un documento a firma di Marilena Adamo, Mauro Agostini, Stella Bianchi, Cinzia Capano, Renzo Carella, Marco Causi, Maria Coscia, Olga D'Antona, Luigi De Sena, Andrea Martella, Donella Mattesini, Giovanna Melandri, Marco Minniti, Roberto Morassut, Achille Passoni, Vinicio Peluffo, Caterina Pes, Raffaele Ranucci, Giancarlo Sangalli, Lido Scarpetti, Jean Leonard Touadi e Walter Verini, il gruppo, da sempre considerato vicino all'ex Sindaco di Roma, esce allo scoperto e annuncia la volontà di sostenere Bersani, "non solo per vincere le elezioni. Ma per andare al Governo. Non solo per andare al Governo, ma per governare. Governare per cambiare e riformare l'Italia, in una Europa più forte e unita".
Come si legge nel documento, dunque:
Le prossime primarie possono e debbono rappresentare un'occasione per affermare il profilo che – dal Lingotto – era alla base della nascita del Pd. Un profilo coraggioso e innovatore, capace di sintetizzare, in un nuovo pensiero democratico, le culture riformiste del Paese. In gioco sarà la credibilità della proposta del Pd e del centrosinistra […] Nel senso dell'equità sociale, della crescita, del rigore, che sono state e sono le motivazioni alla base del sostegno del Pd al Governo Monti, che ha contribuito in maniera decisiva a ridare credibilità all'Italia nel mondo. E nel senso della battaglia per la legalità e per il rinnovamento reale della Politica, per una Politica che sia nei fatti davvero aperta alla societa' e sostenuta da una forte e coerente tensione ideale, etica e morale. Con queste posizioni abbiamo deciso di sostenere alle primarie la candidatura di Pierluigi Bersani, di cui abbiamo apprezzato i contenuti politici e programmatici della relazione alla recente Assemblea Nazionale del Pd e che ha il profilo adeguato per guidare l'impegno del Pd per il governo e il cambiamento dell'Italia".
Poco male si dirà, soprattutto considerando che Renzi ha impostato la sua campagna per le primarie del centrosinistra "al di fuori" delle strutture del Partito Democratico. Eppure si tratta dell'ennesima testimonianza di quanto gran parte della vecchia classe dirigente democratica consideri le elezioni primarie il punto di svolta non solo per il centrosinistra, ma anche e sopratttto per il PD. Certo è che se Renzi riuscisse a superare Bersani ai seggi, sarebbe essenzialmente frutto del lavoro di sostenitori e simpatizzanti, certamente non della struttura del partito.