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News sul caso Daniela Santanchè

Open to Fratelli d’Italia: la scalata di Daniela Santanchè e dei meloniani a Enit finisce in tribunale

Per Santanché non ci sono solo i guai, seguiti all’inchiesta di Report sulle sue attività da imprenditrice. Nei prossimi mesi, la ministra del Turismo dovrà rispondere davanti al Tar del Lazio delle modalità con cui – dopo appena venti giorni di mandato – ha deciso di sostituire l’ad di Enit. Un nomina molto contestata, che ha segnato un punto chiave nella scalata di Fratelli d’Italia alla ricca agenzia del turismo, culminata nella realizzazione della discussa campagna promozionale, con la Venere di Botticelli in versione influencer.
A cura di Marco Billeci
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La Venere di Botticelli ha ottenuto il primo risultato della sua carriera di influencer. In attesa di capire se e come servirà ad aumentare il numero dei turisti stranieri in Italia, infatti, la campagna "Open to Meraviglia" ha sicuramente contribuito a mettere sotto i riflettori l'Enit – l'Agenzia Nazionale del Turismo – che ha speso ben dieci milioni di euro, per realizzarla.

Poco male se le valutazioni sui costi e risultato dell'operazione siano state per la maggior parte negative. L'ente nato per promuovere le bellezze della nostra Penisola rimane il principale braccio armato della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Non è un caso, che su Enit negli scorsi mesi si sia giocata una delle battaglie di potere più forti, all'ombra del governo Meloni. Gli strascichi di quella battaglia rischiano però ora di creare nuove grane a Santanché, già alle prese con le conseguenze politiche dell'inchiesta di Report, sulla gestione delle sue aziende private.

La conquista di Enit

È  il 16 novembre 2022, il governo Meloni è entrato in carica da soli venti giorni. Neppure il tempo di sistemare le cose sulla scrivania e la neoministra del Turismo Daniela Santanché invia una lettera alle associazioni di settore, per annunciare l'intenzione di cambiare l'amministratore delegato di Enit. La tempistica della decisione è così anomala che l'ad in carica in quel momento, la professoressa Roberta Garibaldi, non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione.

Pochi giorni dopo, il 26 novembre, l'avvicendamento diventa ufficiale. Santanché dà il benservito a Garibaldi, una tecnica scelta appena tredici mesi prima, dall'ex ministro leghista Garavaglia, per riorganizzare l'agenzia e darle nuovo impulso, dopo la pandemia. Al suo posto arriva Ivana Jelenic, che le cronache definiscono come un'amica di Santanchè (circostanza smentita dalla ministra, "l’avrò incontrata una o due volte nella vita").

Garibaldi non ha sollevato polemiche pubbliche per l'improvviso defenestramento, ma contro la scelta ha fatto ricorso al Tar. E il 30 maggio scorso, il  tribunale amministrativo del Lazio ha deciso che ci sono gli estremi per entrare nel merito della questione, fissando al 19 dicembre prossimo l'udienza per deliberare, circa la richiesta di annullamento della nomina di Jelinic. Il ricorso scritto dall'avvocato Guglielmo Flacco dello Studio Flacco & Partners di Pescara chiede anche un risarcimento danni al ministero del Turismo e si basa su un punto di fondo. Seguendo la giurisprudenza, si sostiene che la discrezionalità dei vertici politici, nel nominare persone di fiducia ai vertici di società o enti controllati non può essere assoluta, ma deve rientrare in certi limiti, che nel caso di Enit sarebbero stati superati.

Il ricorso contro Santanché

Nello specifico, viene evidenziata l'assenza di comunicazione all'interessata, dell'avvio del procedimento di revoca dell'incarico. E soprattutto, si contesta la mancanza di un'adeguata istruttoria e di fondate motivazioni, per arrivare al cambio di governance.

Nel ricorso si descrivono gli obiettivi raggiunti dall'amministratrice delegata Garibaldi nell'arco del suo mandato. Si va dall'adozione del nuovo statuto di Enit al rilancio del sito Italia.it; dalla ridefinizione della mission dell'agenzia, dopo un processo di ascolto di tutti i soggetti coinvolti, fino alla ripresa dall'attività fieristica e di promozione internazionale. Quest'ultima – riferiscono fonti interne a Enit – realizzata con buoni risultati e a costi molto più contenuti, rispetto alla campagna "Open to Meraviglia".

Il testo elenca anche i numerosi premi e riconoscimenti ufficiali, ottenuti dalla gestione Garibaldi in Enit, primo fra tutti l' “Aspire Award”, come migliore Agenzia Nazionale del turismo al mondo, nel 2022. A fronte di tutto questo, argomentano gli avvocati, il ministero non contesta i risultati ottenuti,  ma l'eccessiva specializzazione dell'ex ad nel solo ambito enogastronomico.

In risposto, viene evidenziato come Garibaldi possa essere definita "tra le professionalità di maggior rilievo in campo nazionale nel settore del turismo", sottolineando le docenze universitarie in materia, ma anche il suo ruolo di vicepresidente dell'Ocse Turismo. Per contro, prosegue il ricorso, nel curriculum della nuova ad Jelinic si segnalano solo "la titolarità di una agenzia di viaggio a Tavernello in Umbria e la presidenza di un sindacato degli operatori turistici".

La richiesta di trasparenza in Enit

Fin qui le contestazioni "ufficiali", consegnate al Tar dagli avvocati di Garibaldi. Ci sono però voci, che raccontano altro sul cambio al vertice di Enit, alimentate da fonti a conoscenza delle vicende interne all'agenzia. Va subito detto che queste tesi non entrano nel ricorso presentato dall'ex ad e non risulta che rispecchino la sua posizione. C'è però chi fa notare come Garibaldi avesse avviato un'operazione di trasparenza sui conti di Enit, affidata a una società di consulenza esterna, Ernest & Young.

Bisogna ricordare come, negli anni, l'agenzia per il turismo è stata più volte accusata di avere bilanci ballerini e spese faraoniche, tanto da essere definita come uno dei ‘carrozzoni di Stato'. La due diligence ordinata da Garibaldi aveva prima di tutto acceso il faro sull'ufficio centrale di Enit e sarebbe dovuta proseguire, analizzando costi e risultati delle sedi estere. Tuttavia, raccontano le fonti, l'operazione trasparenza avrebbe incontrato non poche resistenze interne.

A questo punto, dobbiamo introdurre un altro personaggio fondamentale, per la scalata del potere meloniano in Enit. Si tratta di Sandro Pappalardo, già assessore regionale al Turismo nella giunta Musumeci e portavoce di Fratelli d'Italia per la Sicilia Orientale. Considerato vicino all'attuale ministro Lollobrigida, nel 2019 Pappalardo ha lasciato gli incarichi sull'isola per diventare consigliere di amministrazione di Enit. Da quattro anni occupa il posto in Cda e ha acquisito  sempre maggior peso.

Le nostre fonti fanno notare come, nel corso del 2022, abbia lasciato Enit anche il direttore finanziario, Francesco Nucara – uomo di fiducia di Pappalardo – e Garibaldi era pronta a dare l'incarico a una società di head hunting, per trovare un nuovo professionista, per quel ruolo. Anche per questo motivo, spiegano ancora le fonti,  l'uomo forte di Fdi andrebbe considerato come uno dei principali oppositori all'azione dell'ex ad Garibaldi dentro Enit e come gran burattinaio del nuovo corso,  sotto il governo Meloni.

Un concorso particolare

Non è tutto. Al nome di Pappalardo è legata anche un altra vicenda controversa, del recente passato di Enit. A inizio 2022, l'agenzia ha indetto un concorso per l'assunzione di 120 persone a tempo determinato. La selezione è avvenuta con una ‘procedura "semplificata', per colloquio e per titoli. E ha lasciato più di una perplessità negli esclusi, visto che tra i prescelti ci sono stati diversi parenti o conoscenti di personalità di primo piano delle istituzioni.

Tra questi, anche l'allora coordinatore di Fratelli d'Italia ad Agrigento, Calogero Pisano, un fedelissimo di Sandro Pappalardo, di cui tra l'altro è stato capo di gabinetto quando quest'ultimo era assessore in Regione Sicilia. Negli stessi mesi in cui si completava la sua assunzione in Enit, Pisano si è candidato con Fratelli d'Italia alle elezioni politiche.

Alla vigilia del voto, però, è spuntato un suo post social in cui inneggiava al "grande statista Adolf Hitler". Sono esplose le polemiche,  Pisano è stato sospeso dal partito, ma le liste erano ormai state chiuse e il politico è stato stato eletto alla Camera, dove oggi siede come deputato di "Noi Moderati". Guadagnato il posto di deputato, non risulta che Pisano sia mai entrato in servizio a Enit.

Il 7 aprile scorso, infine, il Consiglio dei Ministri ha approvato la soppressione dell'agenzia per il turismo e la sua trasformazione in Enit Spa, una società per azioni sotto il controllo del ministero del Turismo e con il ministero dell'Economia come azionista. Così, sulla vecchia Enit e sui suoi conti potrebbe essere calato definitivamente il sipario. "Serviva un’operazione drastica che rendesse più efficiente e razionale l’attività di supporto svolta da Enit", ha spiegato Santanché. Sperando che il destino della nuova Enit Spa sia più fortunato, rispetto a quello delle società private della ministra, finite sull'orlo del fallimento.

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