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Ok del Cdm alle nuove regole per la Pa, Brunetta: “Assumeremo 24mila persone per attuare Pnrr”

Il decreto Reclutamento che ha ricevuto oggi il via libera dal Cdm “prevede 24mila assunzioni nella Pa per l’attuazione del Pnrr, tutte a tempo determinato, da tre a cinque anni”. Lo ha detto il ministro Renato Brunetta sottolineando che dopo anni di blocco il turnover “ora riprenderà al 110% e in alcuni settori anche di più, come nella sanità”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Consiglio dei ministri riunitosi oggi ha dato il via libera al decreto legge per il reclutamento nella Pubblica amministrazione, che servirà anche per le assunzioni legate al Recovery Plan oltre che per le procedure semplificate per i concorsi. "Veniamo da 12 anni di blocco da turn over, che ora riprenderà al 110% e in alcuni settori anche di più, come nella sanità. Si potrà ri-iniziare con la contrattazione della secondo livello, per cui se si fa un'operazione di efficienza", ha detto il ministro per la Pa, Renato Brunetta, nella conferenza stampa seguita al Cdm.

"Le norme introdotte definiscono percorsi veloci, trasparenti e rigorosi per il reclutamento di profili tecnici e gestionali necessari e pongono le premesse normative per la realizzazione delle due riforme trasversali previste dal Pnrr: la pubblica amministrazione e la giustizia", ha scritto Palazzo Chigi al termine del vertice dei ministri. Parlando poi con i giornalisti, Brunetta ha aggiunto: "Abbiamo approvato il decreto per il capitale umano della Pa, come rafforzare i tecnici, i funzionari, i dirigenti, gli ingegneri, i burocrati che dovranno attuare il piano nazionale di ripresa e resilienza", sottolineando che il decreto porterà "una ventata di modernità, di novità di rafforzamento della nostra pubblica amministrazione". In totale il decreto "prevede 24mila assunzioni nella Pa per l'attuazione del Pnrr, tutte a tempo determinato, da tre a cinque anni, come richiede la Commissione Europea".

In conferenza stampa il ministro ha anche confermato che non ci sarà più l'obbligo per la Pa di ricorrere al lavoro da remoto almeno al 50%: "Durante il lockdown abbiamo messo in lavoro da remoto la quasi totalità del personale, tranne la sanità e l'assistenza, ci siamo inventati il cosiddetto smart working, nel primo periodo di lockdown duro. Una volta superata quella fase abbiamo regolato lo smart working 50% e 50%. Uno o due mesi fa, con il piano di vaccinazione, il tetto del 50% è stato superato. Ho cancellato questo obbligo, che ora non c'è più, se non l'organizzazione dei singoli uffici decisa dai dirigenti, ma garantendo la soddisfazione dei cittadini".

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