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Nordio paragona il suicidio di una donna nel carcere di Torino a quello del gerarca nazista Göring

“In questi casi non c’è sorveglianza che tenga, persino al processo di Norimberga due imputati eccellenti, Ley e Göring, si sono suicidati”. Il ministro della Giustizia Nordio ha parlato così della morte di due donne che erano detenute nel carcere di Torino, e che si sono tolte la vita a poche ore di distanza l’una dall’altra.
A cura di Luca Pons
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Il ministro della Giustizia Nordio negli scorsi giorni si è recato in visita al carcere di Torino, dopo due casi che hanno attirato l'attenzione pubblica: due donne si sono tolte la vita nel giro di poche ore. Una, Azzura Campari, aveva 28 anni e si è impiccata. L'altra, Susan John, aveva 43 anni e si è lasciata morire rifiutando di prendere cibo e acqua per settimane. Dopo la sua visita, Nordio ha reso conto alla stampa delle informazioni note fino a quel momento. Nel farlo, però, si è lanciato in un paragone con la morte di due gerarchi del regime nazista: Robert Ley e Hermann Göring, entrambi suicidatisi durante il processo di Norimberga.

Il ministro prima di tutto ha parlato del caso di John, specificando che nel suo rifiuto non c'era una "opposizione al governo". Il riferimento, anche se Nordio non l'ha esplicitato, era al caso di Alfredo Cospito, anarchico che ha sostenuto uno sciopero della fame per diversi mesi per protestare contro le condizioni detentive del regime di 41 bis. Ma non era questo il caso con la 43enne nigeriana, ha sottolineato il ministro: "Da quanto ho saputo, seppure in via preliminare, non si trattava né di sciopero della fame né di qualsiasi altra forma di opposizione al governo o alla politica, come accaduto in altre circostanze che magari ben sapete".

Secondo quanto ricostruito, la donna era stata condannata per il suo coinvolgimento in un giro di sfruttamento della prostituzione. Sarebbe rimasta in carcere fino al 2030. Lo sciopero della fame e della sete, sempre secondo le informazioni che sono state rese note, sarebbe iniziato per chiedere di poter rivedere suo figlio, di soli tre anni. Ma l'incontro non è avvenuto in tempo.

Il ministro Nordio, dopo aver assicurato che non c'era un intento politico nello sciopero della fame della detenuta, ha aggiunto che la responsabilità per le due morti non va attribuita alle persone incaricate di sorvegliare le donne in carcere: "Erano tutte sotto strettissima sorveglianza. Purtroppo in questi casi non c'è sorveglianza che tenga".

Qui, Nordio ha lanciato un parallelismo storico discutibile: "Persino al processo di Norimberga due imputati eccellenti, Ley e Göring, si sono suicidati, uno impiccandosi, l'altro con una pillola di cianuro, nonostante avessero lo spioncino aperto 24 ore su 24″. Il paragone diretto ha quindi accostato due donne arrivate alla disperazione nel carcere di Torino con due gerarchi del regime nazista. Il primo, Robert Ley, si impiccò prima di essere giudicato. Il secondo, Hermann Göring, che era stato il numero due di Adolf Hitler, assunse una pillola di cianuro il giorno prima della sua esecuzione dopo la condanna a morte.

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