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Nel Milleproroghe c’è la manina della Lega per riportare i pensionati ai vertici dello Stato

Una proposta di modifica della Lega al decreto Milleproroghe punta a eliminare i divieti per i pensionati di essere chiamati ad assumere ruoli di vertice negli enti pubblici. E in Senato scatta la caccia per capire chi potrebbe beneficiare del favore leghista, in vista delle prossime tornate di nomine da parte del governo.
A cura di Marco Billeci
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Sul tema delle pensioni esistono due Leghe. C'è quella pubblica, con Salvini che chiede a gran voce una riforma, per anticipare l'età pensionabile. Spiega il leader leghista che tra gli obiettivi dell'intervento, c'è anche quello di favorire il ricambio generazionale, all'interno delle amministrazioni pubbliche. E poi, nelle commissioni parlamentari, lontano dai riflettori, c'è un'altra Lega che congegna meccanismi per consentire a chi è già pensionato, di tornare in servizio, in ruoli di vertice degli enti controllati dallo Stato.

La materia del contendere riguarda il divieto per il personale in quiescenza, di essere nominato in funzioni chiave della macchina pubblica. Il governo Monti nel 2012 ha vietato di attribuire a chi si è ritirato dal lavoro, incarichi di collaborazione o consulenza nelle amministrazioni statali.

Nel 2014, la legge Madia sulla Pubblica Amministrazione ha ristretto ancora di più le maglie. Con la nuova normativa, ai pensionati non si possono attribuire nemmeno "incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo ", anche nelle società partecipate. Unica eccezione, i ruoli svolti a titolo gratuito.

Ora, con l'emendamento al decreto Milleproroghe – firmato da tutti i senatori leghisti – il Carroccio vuole fare marcia indietro. Nel testo che andrà in votazione in Senato si chiede che i limiti disposti dalle leggi precedenti non si applichino:

ai casi in cui l'incarico o la nomina sono disposti con provvedimento da parte di un organo non appartenente all'amministrazione cui l'incarico si riferisce e sono sottoposti all'applicazione della legge 24 gennaio 1978, n.144

Tradotto: il divieto di ingaggiare i pensionati non si applica negli enti pubblici sottoposti al controllo del Parlamento, quando l'incarico è assegnato da un organismo diverso, da quello in cui il nominato andrà a operare. Classico esempio, le nomine del governo per le poltrone dei tanti organismi sottoposti al diritto pubblico, dall'Inps all'Istat, dagli enti parco ai centri ricerca,

Non può sfuggire il fatto che l'emendamento sia presentato nell'anno in cui il governo è chiamato a rinnovare molti ruoli chiave dell'apparato para-statale. E tra chi in Senato si è accorto del testo firmato dai senatori di Salvini, è scattata la corsa a cercare gli identikit di chi potrebbe beneficiarne, tanto che anche fonti interne alla Lega parlano di norma disegnata su misura di alcuni "pensionati d'oro" che aspirano a restare o tornare in campo.

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